Clima, in Sicilia sempre più eventi estremi (11 negli ultimi 3 giorni): ecco gli effetti della tropicalizzazione

Di Redazione / 12 Novembre 2021

Tifoni, tornado, cicloni, uragani. Parole che da queste parti eravamo abituati a sentirle solo in tv. E invece gli eventi atmosferici distruttivi stanno diventando sempre più frequenti anche in Sicilia con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata ciclicità di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. La situazione ambientale dell'Isola al centro del Mediterraneo a causa dei cambiamenti climatici si è talmente tropicalizzata che oggi la Sicilia può essere considerata alla stregua delle isole dell'Atlantico in corrispondenza dei Caraibi o delle coste meridionali degli Stati Uniti, o persino delle zone monsoniche nell'oceano Indiano. Tanto che anche qui ora si danno i nomi a questi eventi: una volta sentivamo parlare solo di uragano Katrina o Matthew, oggi sentiamo di Apollo o di Zorbas per nominare due delle più grandi tempeste che hanno colpito al Sicilia negli ultimi anni.

Solo negli ultimi tre giorni di maltempo si sono abbattuti sulla Sicilia 11 eventi estremi tra bombe d’acqua, tempeste di fulmini e bufere di vento che hanno causato danni nelle città e nelle campagne. Il dato  emerge dal bilancio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che ha investito l’Italia e si basa sui  dati dell’European severe weather database (Eswd). La regione più duramente colpita dalla perturbazione – sottolinea la Coldiretti – è stata proprio la Sicilia dove si è concentrata la quasi totalità dei nubifragi che hanno interessato le province di Agrigento, Trapani, Siracusa ma come è noto ieri sera è stata colpita nuovamente anche Catania. Se a Sciacca sono caduti 220 millimetri di pioggia in 22 ore a Castelvetrano ne sono caduti 240 in un giorno ma precipitazioni intense – precisa la Coldiretti – si sono verificate anche a Portopalo di Capo Passero dove in sole 3 ore sono caduti 47 millimetri mentre a Licata si è verificata una tempesta di fulmini e a Favara una bufera di vento.

 

 

E la settimana precedente era andata anche peggio con l'uragano Apollo, il cosiddetto Medicane (sintesi di Mediterranean e Hurricane) che aveva sferzato e devastato la Sicilia orientale facendo anche tre morti a Catania e provincia. Secondo la mappa dell'Eswd nelle ultime due settimane sono stati oltre 40 gli eventi estremi in Sicilia con ben due eventi classificati come tornado, uno ad Augusta e l'altro a Serradifalco. 

 

 

Ed è per questo motivo che tali eventi climatici catastrofici sono oggi al centro di uno studio condotto dalle Università di Bari e Catania con l’area marina protetta del Plemmirio secondo il quale negli ultimi anni gli uragani mediterranei, conosciuti come “medicane”, hanno colpito più volte le coste della Sicilia sud orientale e hanno prodotto effetti più intensi rispetto a quelli delle normali tempeste stagionali avvenute nell’ultimo decennio. 

Un caso particolare è stato l'impatto del Medicane Zorbas nel settembre 2018 lungo le coste della Sicilia sud-orientale. Le inondazioni causate da Zorbas risultano essere maggiori di quelle prodotte dalle principali mareggiate stagionali che hanno colpito le aree dal 2015 al 2019. I risultati hanno evidenziato la necessità di valutare meglio la pericolosità costiera correlata alla propagazione di Medicane e di prendere decisioni in conseguenza del cambiamento climatico e degli eventi atmosferici previsti.

 

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: cambiamenti climatici clima medicane sicilia uragani