Antonello Montante avrebbe avuto rapporti di amicizia con gli ufficiali delle forze dell’ordine che andavano ben oltre quelli istituzionali. E’ quanto sostenuto da Alfonso Cicero, ex commissario dell’Irsap (l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive) chiamato oggi a deporre nell’aula bunker di Caltanissetta nell’ambito del processo sul «Sistema Montante» che si celebra con rito ordinario nei confronti di 17 imputati.
«Una volta Marco Venturi (ex assessore regionale alle Attività produttive, ndr) mi disse – racconta Cicero – che aveva assistito durante una cena a un episocio: il colonnello Giuseppe D’Agata aveva dato una pen drive ad Antonello Montante. Era rimasto impressionato, perché un esponente così importante delle forze dell’ordine che consegna una pen drive in quel contesto era una cosa anomala. Per quanto riguarda il colonnello Letterio Romeo, sapevo che era un ufficiale dei carabinieri. Lo incontrai per la prima volta nel 2013 in una pizzeria in piazza Mercato. Montante mi aveva invitato a mangiare una pizza e quando arrivai era già seduto con Romeo. Mi accorsi subito che tra loro c’era un rapporto di intima amicizia. Poi Romeo non l’ho visto più, tranne in occasione di un funerale, quando andammo a prendere un caffè e vidi che anche con l’imprenditore Massimo Romano il colonnello Romeo aveva rapporti di amicizia molto intimi».
Sempre in merito ai rapporti dell’ex leader di Confindustria con gli ufficiali delle forze dell’ordine, a loro volta imputati, Cicero ha aggiunto: «Il colonnello Gianfranco Ardizzone mi confidò che il suo trasferimento dalla Dia di Reggio Calabria a quella di Caltanissetta era avvenuto grazie all’interessamento di Montante. Mentre del maggiore Ettore Orfanello, sempre Marco Venturi, mi confidò che la compagna era stata assunta da Massimo Romano in uno dei suoi supermercati».
Poi c’è il capitolo Nicolo Marino. Nicolò Marino, attualmente Gip a Roma ed ex assessore regionale in Sicilia durante la giunta Crocetta, con delega ad Acqua, Rifiuti ed Energia, doveva essere fatto fuori dal governo regionale. L’ha detto in udienza Alfonso Cicero, ex presidente dell’Irsap) al processo sul “Sistema Montante» che si celebra con rito ordinario a Caltanissetta.
«L’imprenditore Giuseppe Catanzaro, esponente di primo piano di Confindustria – racconta Cicero, rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso – mi raccontò che Montante stava facendo di tutto per fare pubblicare un dossier che riguardava la vita privata di Nicolò Marino, su fatti scandalosi. Me lo disse anche Linda Vancheri (ex assessore regionale) spiegandomi che questo dossier, Montante lo aveva affidato all’avvocato Antonio Fiumefreddo di Catania per farlo pubblicare su un sito on line o un blog. Di questo avvocato penalista Montante aveva molta stima».
«Ci fu un altro episodio: nel febbraio 2014 si tenne un convegno organizzato da Confindustria nazionale in un’azienda dell’area industriale di Ragusa. A margine del convegno mi accorsi che c’erano Montante, Catanzaro e Crocetta che si erano messi in disparte. Da come gesticolava e da come gli si rivolgeva si capiva che Montante stava redarguendo Crocetta. Catanzaro non diceva nulla e assisteva a questa scena. Quando Marino fu cacciato dal governo, proprio per le battaglie che stava facendo sulla trasparenza nella gestione dei rifiuti, Catanzaro mi disse che in quel convegno Montante diede un ultimatum a Crocetta: “O lo cacci via o non deve più contestare la gestione di Catanzaro”. Poi Marino fu cacciato via».