Gup
Chiese e ottenne il reddito di cittadinanza del marito arrestato: assolta
Il legale ha fondato la difesa sul diritto della donna, di Palermo, ad avere il contributo, perché l'omessa dichiarazione della detenzione del marito non inficiava la legittima percezione del sussidio.
Era finita sotto processo per avere chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza anche se il marito era stato arrestato per associazione mafiosa. La donna di 58 anni, di Santa Flavia (Palermo), difesa dall’avvocato Nino Pagano, è stata assolta dal Gup di Termini Imerese Claudio Bencivinni, in abbreviato, per non avere commesso il fatto.
La richiesta del reddito di cittadinanza era avvenuta il 30 gennaio 2020, mentre il marito era in carcere, da dove è uscito il 27 marzo dello stesso anno. Complessivamente era stato erogato un beneficio di circa 5 mila euro. Il legale ha fondato la difesa sul diritto della donna ad avere il contributo, perché l'omessa dichiarazione della detenzione del marito non inficiava la legittima percezione del sussidio. Tesi accolta dal giudice. Adesso la donna può richiedere di nuovo il reddito di cittadinanza. Anche un altro uomo residente a Bagheria aveva scelto l’abbreviato per una vicenda simile ed è stato assolto, sempre oggi. Per altre quattro donne e un uomo il processo prosegue con il rito ordinario.