il ritratto
Chi è Iolanda Apostolico, la magistrata catanese che non ha convalidato il trattenimento dei migranti
Da vent'anni a Catania, «mai iscritta a correnti»
Schiva, equilibrata, mai un incidente di percorso, mai iscritta a correnti della magistratura. Iolanda Apostolico (nella foto tratta da Facebook) è la magistrata catanese che ha firmato il provvedimento di non convalida del trattenimento dei migranti nel centro richiedenti asilo di Pozzallo. Una vicenda che rischia di mettere in discussione, stando ai rilievi della giudice, i recenti provvedimenti del governo e lo stesso decreto Cutro. La magistrata, 59 anni, originaria di Cassino è arrivata a Catania più di 20 anni fa e si è fermata creandosi una famiglia. A Palazzo di giustizia era stata al Tribunale del Riesame, poi il passaggio alla sezione civile, occupandosi di immigrazione.
«Di lei in tribunale a Catania dicono: “Se c’è un cane sciolto qui è Iolanda Apostolico”, la descrive in un ritratto la giornalista Alessandra Ziniti sul quotidiano La Repubblica. «Mai iscritta a correnti della magistratura, lontana persino dal movimento di chi ne chiede lo scioglimento , il suo lavoro e basta», prosegue l’articolo, «Di certo non è una toga rossa desiderosa di riaccendere lo scontro tra magistratura e politica». La Ziniti sottolinea che è proprio a Catania, «dove per anni l’ex procuratore Carmelo Zuccaro ha inseguito presunti collegamenti criminali tra le Ong e i trafficanti, che il tribunali dei ministri del 2019 qualifica come sequestro di persona la condotta di Matteo Salvini al Viminale nei confronti dei migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti».
La decisione
La decisione della magistrata Iolanda Apostolico è arrivata appena cinque giorni dopo l’inaugurazione della stessa struttura a Pozzallo, una parte della quale – circa ottanta posti – è destinata proprio ad ospitare le persone sottoposte alla procedura di frontiera accelerata: Sarebbe il primo centro destinato a questo tipo di misure che in genere, nei casi di migranti provenienti da Paesi ritenuti sicuri con i quali non vi siano specifici accordi, preludono ad un rimpatrio. A disporre il trattenimento del gruppo di tunisini arrivato lo scorso 20 settembre a Lampedusa era stato, come da prassi, il questore di Ragusa, in attesa della decisione del giudice, il quale però poi non ha convalidato il provvedimento.
Il provvedimento ha scatenato le reazioni di governo e opposizioni. «Le “motivazion” che hanno convinto il Tribunale di Catania ad accogliere il ricorso presentato da alcuni immigrati sbarcati a Lampedusa che erano destinati al trattenimento presso il centro di Pozzallo, come prevede il decreto voluto dal governo. Serve una profonda riforma della Giustizia», scrive Matteo Salvini. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, al contrario sottolinea: «Noi non partecipiamo all’indirizzo politico e governativo, facciamo giurisdizione. È fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi di governo. E questo non deve essere vissuto come una interferenza, questa è la democrazia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA