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Chi blocca i lavori sulla Ragusa Catania? La Regione e sindaci vanno all’attacco

Di Andrea Lodato |

Catania. Sono passati anni, tanti anni. Sono passati tanti governi nazionali e tanti governi regionali. Di destra, di sinistra, di centro. Sono passati, hanno promesso, hanno annunciato, hanno dettato timing e cronoprogrammi. Tutto ciò è passato, invano. Della prima pietra per la nuova superstrada Ragusa-Catania nemmeno l’ombra. Anche quando, a parole s’intende, sembrava fatta, anche in quel caso tutto è finito nel solito vicolo senza uscita, altro che raddoppio, altro che strada sicura, altro che modernizzazione di quei 68 chilometri che sono mille, tutti pericolosi e allontanano aree della Sicilia con una straordinaria vocazione d’impresa, uno dei più grandi mercati ortofrutticoli d’Italia, uno degli scali aeroportuali strategici per il turismo e per servire centinaia di migliaia di cittadini. Nulla, un bluff eterno.

Adesso sul piede di guerra c’è da oltre un anno il governo regionale e ci sono i sindaci del Sud-Est della Sicilia, che stavolta per protestare attivamente e platealmente verso il governo nazionale per il mancato avvio della realizzazione della superstrada Catania-Ragusa, ieri hanno consegnato simbolicamente le loro fasce tricolori al governatore dell’Isola, Nello Musumeci. Fronte comune tra Regione ed enti locali per conoscere, innanzitutto, chi e perché continua a dire no, a mettere bastoni tra le ruote, a frenare l’iter. Chi ha bloccato l’opera al Cipe – era la domanda di ieri nel vertice tra Nello Musumeci, l’assessore Marco Falcone e gli otto sindaci – e, ancora, chi ha detto no alla richiesta dei primi cittadini di avere l’accesso agli atti?

Nel Palazzo della Regione nella città etnea, il presidente Musumeci e l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, hanno incontrato il sindaco metropolitano di Catania, Salvo Pogliese e i primi cittadini di Ragusa, Giuseppe Cassì, di Carlentini, Giuseppe Stefio, di Chiaramonte Gulfi, Sebastiano Guerrieri, di Licodia Eubea, Giovanni Verga, di Lentini, Saverio Bosco, di Vizzini Vito Cortese e l’assessore di Francofonte Giuseppe Vinci. Sindaci e governo regionale che ricevono anche la solidarietà del segretario regionale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’anca e della Filca Cisl Catania, Nunzio Turrisi che chiedono che «si parta con i lavori». E’ stato Giuseppe Stefio, a nome di tutti colleghi, a ringraziare Musumeci «per la vicinanza della Regione» chiedendo che il governatore si faccia portavoce «del disagio profondo delle comunità» nei confronti del governo nazionale per avere «mortificato le aspettative di un territorio che aspetta di uscire dall’isolamento». E così c’è un nuovo timing, un altro momento culminante da aspettare: Musumeci, infatti, ha chiesto ai sindaci di aspettare fino alla prossima seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica, prevista a giorni, per una decisione definitiva.

«Siamo molto preoccupati – non nasconde Nello Musumeci – della condotta dell’esecutivo nazionale. Si procede a zig zag: quando tutto sembra essere arrivato al traguardo si riparte da zero. Aspetteremo ancora qualche giorno, ma se anche questa volta non dovesse arrivare una risposta chiara, netta e soprattutto decisiva metteremo in campo azioni di protesta civili, ma clamorose. Mi chiedo chi abbia interesse a bloccare quest’opera e per quale motivo. Siamo ancora parte dell’Italia o qualcuno a Roma pensa che la Sicilia sia una colonia? Sia chiaro, questo non lo consentiremo a nessuno».

Sta per andare in onda, insomma, un altro tempo di una eterna partita che sembra ormai essere diventata una sfida. E capire davvero chi sono gli avversari di questo match è il vero problema per chi vuole la nuova Ragusa-Catania. Vedremo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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