Un “trojan” nel telefonino di Vanessa. Potrebbe essere stato questo il sistema ideato da Tony Sciuto per conoscere in tempo reale tutti i movimenti di quella ragazza che diceva di amare e che, invece, ha ucciso barbaramente a pistolettate, intorno alle tre di domenica mattina, sul lungomare di Aci Trezza. Ciò prima di togliersi la vita, qualche ora dopo, impiccandosi all’esterno di un vecchio casolare su un fondo agricolo di proprietà della famiglia, in territorio di Trecastagni.
E’ questa una delle ipotesi investigative che i carabinieri del comando provinciale – coordinati dalla Procura e, in particolar modo, dai magistrati del gruppo specializzato in reati da “Codice rosso” – tengono in grande considerazione. Perché Tony Sciuto sarà pure stato un mezzo sbandato, uno che di recente pare non avesse particolare voglia di lavorare, ma in passato era stato alle dipendenze di una ditta che si occupa di telefonia e in cui l’utilizzo di sistemi anche sofisticati era di facile accesso ai dipendenti.
Ecco chiarito il perché di quella “confidenza” con il Gps e le applicazioni che permettevano di seguire passo passo il rilevatore di posizione installato sia nell’auto di Vanessa sia in quella del padre della giovane, Carmelo Zappalà; ecco spiegato il perché della sua bravura nel sistemare le componenti elettroniche delle autovetture che alcuni cittadini di Trecastagni di tanto in tanto gli affidavano…
E così se anche questo bottone dovesse corrispondere a quest’altra asola, beh, facile comprendere come abbia fatto l’assassino a intercettare Vanessa ad Aci Trezza (dove la ragazza era arrivata con l’auto di una delle tre persone che la accompagnavano), alle tre del mattino, per aggredirla verbalmente. Quindi, allorquando la ragazza ha minacciato l’ex di essere pronta a chiamare i carabinieri, Tony Sciuto ha impugnato la pistola calibro 7,65 che portava con sé, ha afferrato la vittima per i capelli e ha cominciato a sparare all’impazzata, puntando alla testa. Almeno sette i colpi esplosi. Voleva essere certo di ammazzarla. E probabilmente l’assassino aveva anche pianificato il proprio suicidio.
Con la “Fiat 500” presa a noleggio si è recato in quel fondo agricolo di Trecastagni e, dopo avere scritto su un muro, forse con una pietra, delle frasi di commiato per i figli avuti dal precedente matrimonio («Vi amo») e per i genitori («Non ci state male, vi voglio bene»), ha assicurato una corda a una pietra che fuoriusciva dalle pareti e, dopo avere portato il cappio attorno al collo, si è lasciato cadere.
I carabinieri che lo hanno ritrovato, dopo la segnalazione dello zio dell’uomo, insospettito dalla presenza di quell’auto che non conosceva sul suo terreno, raccontano di avere trovato il cadavere quasi in posizione eretta, con i piedi poggiati sul selciato. Pochi centimetri di corda in più e Tony Sciuto non sarebbe riuscito a impiccarsi.
E dire che l’uomo poteva contare sulla pistola. Che ancora non è stata trovata. I militari dell’Arma stanno controllando in una vasca per la raccolta dell’acqua irrigua, presente all’interno del podere e, comunque, piena anche di melma. Ma si tratta di un tentativo: Sciuto potrebbe essersi disfatto della pistola – e pure del suo telefonino – lungo il tragitto che porta da Aci Trezza a Trecastagni. Ha tenuto con sé, però, i ventotto proiettili di calibro 7,65 che i carabinieri hanno trovato nella sua auto. Che cosa lo ha portato ad agire così? Un mistero.
Intanto le spoglie di Tony Sciuto, così come disposto dalla Procura, sono già state restituite alla famiglia, che sta pensando a funerali in forma strettamente privata a San Giovanni la Punta. Slittano invece a venerdì, invece, i funerali di Vanessa Zappalà, nei cui confronti è stato deciso dalla Procura di Catania che non sarà effettuata l'autopsia. La Procura ha già firmato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia. Avverrà domani mattina il trasferimento del feretro dall’obitorio del Policlinico di Catania alla casa dove viveva la vittima a Trecastagni. I funerali saranno celebrati venerdì alle 19 all’aperto: sul sagrato del Santuario dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino nel paese etneo.
Della ragazza è stato preso in consegna dagli inquirenti proprio il telefonino cellulare. Verrà sottoposto dagli specialisti informatici ad “accertamenti irripetibili” e chissà che da questo smartphone non possano arrivare altre verità utili a chiarire aspetti ancora oscuri.