Cenere e lava da Etna e Stromboli. L’Ingv: «Nessun serbatoio unico, solo coincidenze»

Di Redazione / 08 Luglio 2024

Etna e Stromboli, due vulcani in attività nelle stesse ore, ma sembra che non ci sia alcun legame e nessun “serbatoio” unico da cui attingere. Andiamo con ordine: l’attività di fontana di lava dal cratere Voragine dell’Etna si è gradualmente affievolita ed è cessata alle 10 di ieri. È quanto emerge da osservazioni dell’Ingv, Osservatorio etneo, di Catania. Dopo la fine dell’attività parossistica è continuata per circa un’ora attività stromboliana, poi attenuatasi. L’attività parossistica ha prodotto una colonna eruttiva alta circa 9.000 metri sul livello del mare che si è propagata in direzione est provocando una cospicua ricaduta di cenere nell’area orientale etnea lungo l’asse da Zafferana Etnea a Giarre, compresi i territori di Milo, S. Alfio, Riposto (relativamente alla frazione di Torre Archirafi) e Santa Venerina. Nei Comuni di Sant’Alfio, Santa Venerina e Zafferana è stato istituito il Centro operativo comunale. Sospesa per impraticabilità del circuito la cronoscalata Giarre-Milo.

L’attività effusiva

L’attività effusiva ha prodotto una colata lavica che è tracimata dall’orlo nord occidentale del cratere Bocca Nuova. La quota del fronte si attesta a 3.000 metri sul livello del mare. Sono state osservate anche delle sporadiche emissioni di cenere dal Cratere di sud-est, che si sono rapidamente disperse in atmosfera. L’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto i valori massimi tra le 5 e le 8,20 di ieri. Successivamente, si è osservato un decremento rapido dei valori che, dopo qualche fluttuazione, hanno raggiunto un livello medio alle ore 11,50, in cui attualmente permangono con tendenza al decremento. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico durante la fase di massima ampiezza era localizzato in un volume a est del cratere Voragine a una elevazione compresa tra circa 2.700 e i 2.900 metri sul livello del mare.

E lo Stromboli

Per quanto riguardo lo Stromboli l’Ingv ha comunicato che ieri è stata osservata una intensificazione dell’attività effusiva sulla Sciara del fuoco, prodotta da due bocche alla quota di 485 metri sul livello del mare e che la colata, ben alimentata, raggiungendo la linea di costa ha formato un piccolo delta lavico, attualmente in espansione. Il flusso lavico, venendo contatto con l’acqua del mare provoca la formazione di una nube di vapore. Si è osservato altresì il rotolamento di blocchi lavici incandescenti che cadendo in mare provocano piccole esplosioni freatiche e oscillazioni dell’acqua.
L’ampiezza media del segnale sismico si è mantenuta stabile su valori medio-bassi sino alle ore 10,25 Utc circa, quando ha mostrato un picco su valori medi. L’analisi dei sismogrammi continua ad evidenziare un basso livello di attività essenzialmente caratterizzato da segnali legati ai continui episodi di rotolamento di rocce. Dal tardo pomeriggio di sabato si sono registrati anche eventi di bassa energia, ben visibili alla stazione sismica Stra, con un picco in frequenza intorno ai 5-6 Hz, su cui si sta attualmente indagando.

I rilievi di Ingv

«Quelle dello Stromboli e dell’Etna – lo afferma il vulcanologo dell’Ingv di Catania, Mario Mattia, all’Adnkronos – sono due attività che stanno mettendo a dura prova l’osservatorio Ingv di Catania. È molto faticoso stare dietro a queste intense attività. Al momento non ci sono assolutamente pericoli particolari legati a variazioni estreme ma resta il fatto che, essendo nel periodo estivo, vanno seguite con grandissima attenzione. In merito allo Stromboli – aggiunge – c’è l’ordinanza sulle spiagge, da seguire con grande cura, su eventuali grossi franamenti che potrebbero provocare piccoli onde tsunami mentre per l’Etna c’è un rischio legato anche per chi fa escursioni in alta montagna. Sempre per l’Etna inoltre – osserva Mattia – il pericolo più grande è quello della ricaduta di cenere vulcanica, questa volta sul lato est. Paesi etnei quali Zafferana e Santa Venerina sono ricoperti come lo è stata Catania qualche giorno fa».
«Intorno alle ore 10 di stamane (ieri, ndr) – fa sapere il vulcanologo – abbiamo registrato sull’Etna un decremento dell’attività stromboliana, del tremore e delle fontane di lava e si sta pian piano rientrando nella normalità, anche se non possiamo prevedere se ci saranno altre attività esplosive». «La situazione – evidenzia ancora Mattia – è quella di attenzione poiché, ribadisco, in particolare in estate ci sono molte più persone in giro considerando anche le migliaia di turisti.

Tra Etna e Stromboli nessun collegamento

«Tra Etna e Stromboli – chiarisce infine il vulcanologo dell’Ingv di Catania – non ci sono collegamenti. Non esiste un “serbatoio unico” tra i due vulcani che hanno origini differenti. La zona geologica in cui si trovano è ovviamente simile ma non c’è alcuna connessione. Quello della coincidenza – conclude Mattia – è un problema, se vogliamo, solo per chi ci deve lavorare e deve “gestire” tutta la fase dell’emergenza sia a Stromboli che sull’Etna se penso ad esempio a Catania con ciò che comporta la caduta di cenere sulla normale operatività dell’aeroporto».

Nella notte si placa

Notte tranquilla sull’Etna: il vulcano sembra essersi placato dopo i due eventi parossistici in tre giorni dal Cratere Voragine con attività stromboliane che si sono trasformate in spettacolari fontane di lava e l’emissione di due nubi eruttive, una alta 5 km e l’altra 9 km, che hanno ricoperto di cenere lavica Catania e i paesi dei versanti Est e Sud. Il ritorno alla norma, oltre all’osservazione diretta, lo certifica il basso valore del tremore dei condotti magmatici interni dell’edificio vulcanico registrato dai rilevatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, di Catania.

Pubblicato da:
Fabio Russello