Cenere dell’Etna, polmoni a rischio

Di Gerardo Marrone / 28 Giugno 2021

Piogge nere. Gli effetti immediati delle sfuriate di Sua Maestà l’Etna sono disagi, fatiche e spese. Sugli “effetti postumi”, innanzitutto su rischi e danni per la salute, si interrogano invece gli esperti. Salvatore Giammanco, Primo Ricercatore dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, vigila sull’attività del Mongibello assieme ai colleghi catanesi e, intanto, studia le insidie delle polveri sottili per l’organismo umano, coordinando un nutrito gruppo di lavoro.


Cenere e lapilli nei balconi di casa, nelle strade, nelle piazze. “Respirare Etna” quali conseguenze provoca?
 “Le ceneri vulcaniche sono, per definizione, le particelle con dimensioni inferiori a 2 mm fino a PM10, PM5 e PM2,5 che si formano sia durante l’attività esplosiva del vulcano ma anche per frammentazione meccanica ad opera del traffico stradale, specialmente nelle aree urbanizzate. Queste particelle possono produrre un potenziale pericolo a breve termine per la salute umana, in primis per chi soffre di asma e problemi respiratori, ma questo rischio è evitabile usando un po’ di buon senso e cercando di evitare le aree dove tali particelle sono più concentrate, in attesa che vengano rimosse o portate via dalle piogge”.


Nel lungo termine, invece?
“Non è ancora ben chiaro quali possano essere gli effetti sulla salute. Sono in corso diversi studi per stabilire se vi sia una correlazione tra un lieve incremento di malattie, soprattutto del sistema neurovegetativo, nelle popolazioni che vivono sull’Etna e l’attività del vulcano”.


Polmoni a rischio, ma non solo. Perché?
“È bene sottolineare che il rischio per la salute legato alla cenere vulcanica non è elevato, ma è comunque dovuto a diversi fattori. Le particelle di cenere, infatti, di per sé sono costituite da lava, quindi con la stessa sua composizione chimica ricca in silice, alluminio e altri elementi quali calcio, sodio e magnesio. Inoltre, i granuli di cenere trasportano minuscoli cristalli di numerosi minerali che si formano per condensazione dei gas vulcanici e si attaccano alla loro superficie. Una volta ricaduti a terra, gli elementi chimici della cenere e dei minerali vengono disciolti dalla pioggia e trasportati nel suolo o dispersi nelle falde acquifere e nell’ambiente in generale”.


Quindi?
“Alcuni di questi elementi sono metalli in traccia, come ad esempio cadmio, nickel, cromo, piombo o elementi radioattivi come il radio-226 e il polonio-218. Se assorbiti dall’organismo umano con continuità per anni e in grandi quantità, possono interferire con alcune funzioni organiche e con i tessuti provocando disfunzioni o degenerazioni. Ovvero, stress ossidativi nelle cellule, alterazioni genetiche o tumori”.


Più si intensificano gli eventi parossistici dai crateri, più alto è il numero dei casi di sclerosi multipla, SLA e di alcune forme di tumori in provincia di Catania. È così?
“Non esiste ad oggi alcuna correlazione certa tra l’attività del vulcano e queste malattie nella provincia di Catania. Proprio in questi giorni è iniziato un progetto di ricerca finanziato dall’INGV che servirà a verificare se esista o meno tale correlazione. La speranza è, ovviamente, di conoscere la reale situazione per non creare allarmismi e per evitare la diffusione di false notizie”.


“A muntagna” è … democratica: continua a riversare sabbia sui centri abitati, nessuno escluso. Altrettanto uniforme l’incidenza delle malattie nel nostro territorio?
“Ribadisco che non sappiamo ancora con certezza se esista un nesso di causa-effetto tra l’attività dell’Etna e l’incidenza di determinate malattie. Sembra comunque che vi siano alcune aree di maggiore incidenza, soprattutto nel versante orientale del vulcano, anche se è bene sottolineare che stiamo parlando di pochissimi casi in termini assoluti. Anche su questa disomogeneità spaziale stiamo indagando”.


Mascherine, nostre fedeli compagne in questo tempo di pandemia. Utili anche contro le minacce da polveri sottili?
“Certamente. È bene utilizzare le mascherine in occasione di ricadute di cenere e possibilmente anche dopo, soprattutto laddove vi siano accumuli di cenere particolarmente rilevanti”.


Croce e delizia. Anche benefici dalle ceneri vulcaniche?
“Si, decisamente; anzi, gli effetti positivi sono di gran lunga superiori rispetto a quelli negativi. Gli elementi chimici di cui le ceneri sono fatte e quelli trasportati come minerali sono quasi tutti utili o addirittura essenziali per la vita e sono degli ottimi nutrienti per suoli e piante. Non è un caso che nel mondo le aree vulcaniche siano tra le più densamente popolate e coltivate”.


L’incubo, però, resta. Durerà ancora a lungo?
“Sulla base dei dati provenienti dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Etneo, possiamo dire che già da metà dicembre dello scorso anno è iniziato un nuovo periodo eruttivo molto intenso, con arrivo di magma relativamente più profondo. Questo periodo potrebbe durare ancora a lungo, anche se al momento non possiamo prevedere quanto a lungo. È bene quindi abituarsi a convivere con questi fenomeni eruttivi e prepararsi adeguatamente”.

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Pubblicato da:
Ombretta Grasso
Tag: cenere dell'etna etna polmoni a rischio per la cenere dell'Etna