CATANIA – Si “spartivano” una intera strada del quartiere San Giovanni Galermo, via Capo Passero, i tre gruppi autonomi legati alla “famiglia” Santapaola-Ercolano che gestivano l’attività di spaccio di marijuana e cocaina smantellata a Catania dalla Polizia di Stato nell’operazione denominata “Cape Sparrow”, che ha portato all’arresto di 24 persone, tra cui due donne.
I tre distinti gruppi avrebbero fatto capo a tre degli indagati, Eugenio Minnella, Alessandro Tomaselli e Giuseppe Bellia, ai quali viene contestato il ruolo di promotori ed organizzatori. Secondo quanto emerso dalle indagini, Minnella, genero del narcotrafficante detenuto Marco Battaglia, attualmente detenuto, al quale viene contestata l’aggravante mafiosa,avrebbe gestito la piazza di spaccio sita in via Capo Passero 129; il gruppo di Tomaselli la piazza compresa tra i numeri civici 89 e 129 e il gruppo che faceva capo a Bellia il tratto compreso tra i numeri civici 113 e 121.
La piazza di spaccio, o in questo caso sarebbe meglio dire la strada dello spaccio, era gestita in maniera industriale. La cessione degli stupefacenti avveniva sotto la costante vigilanza di numerose vedette comuni a tutti i gruppi, alcune fisse posizionate lungo la via Capo Passero munite di ricetrasmittenti, altre mobili a bordo di scooter.
I clienti abituali sapevano già da quale spacciatore rifornirsi, quelli in cerca di qualcosa da fumare o da sniffare che transitavano per via Capo Passero – una delle più note piazze di spaccio di Catania – venivano costantemente avvicinati e richiamati dai vari spacciatori che ogni dieci metri circa occupavano una postazione della strada ad orari ben precisi: marijuana e cocaina le droghe principali che smerciava l’organizzazione, uno smercio che in quella zona garantisce il sostentamento di intere famiglie, tanto che è difficilissimo per le forze dell’ordine trovare collaborazione negli abitanti della zona. Benché infatti sia una attività decisamente illegale, in via Capo Passero rappresenta l’unica via di guadagno per decine e decine di persone.
La conformazione della via Capo Passero, i tanti anfratti e cunicoli che si dipanano dai palazzi popolari che la sovrastano e le numerose vie di fuga, rendono questa una posizione privilegiata per la lucrosa attività dello spaccio.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi al termine di indagini di tipo tecnico, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e condotte tra il maggio ed il novembre del 2017 dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Nesima.
Nell’operazione sono finiti in manette Orazio Castagna, di 26 anni, Andrea Corsaro, di 30, Simone Di Mauro, di 21. Francesco Finocchiaro, di 26, Claudio Natalizio Minnella, di 53 anni, e Eugenio Minnella, di 28. Arrestati anche Massimiliano Previte, di 25, santo Sapuppo, di 23, Carmelo Scalia, di 27, Jonathan Spampinato, di 25, Damiano Sparacino, di 28, Angelo Speranza, di 22, Francesco Tudisco, di 39. Tra gli arrestati anche Vincenza Aiello, di 38 anni, Luana Battaglia, di 20, Andrea Calabretta, di 37, Giovanni Castorina, di 19. Per Pietro Alessio Raineri, di 24, sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Quattro ordinanze di custodia cautelare sono stati notificati a quattro persone già agli arresti domiciliari: Concetto Aiello, di 49 anni, Emanuel Kevin Ferro, di 22, Salvatore Musumeci, di 23, e Alessandro Tomaselli, di 43. In carcere i provvedimenti restrittivi sono stati notificati a Giuseppe Bellia, di 24 anni, e Alessandro Vecchio, di 31. Per quest’ultimo è stata disposta la custodia cautelare in carcere.
Cinque chili di marijuana nascosti nell’armadio
Nell’ambito delle indagini sono emerse le figure di due donne, entrambe arrestate, Luana Battaglia, che aveva il compito di vedetta, e la moglie di Giuseppe Nizzari, Vincenza Aiello, che avrebbe custodito la droga. In occasione dell’arresto del marito furono trovati 5 chili di marijuana nascosti nell’armadio della sua camera da letto della donna.