Il Tar di Catania ha respinto il ricorso proposto contro l’Università etnea da una componente del Cda, la professoressa Febronia Elia, che chiedeva l’azzeramento degli organi di governo dell’Ateneo. Chiedeva anche l’immediata indizione delle elezioni per il rinnovo della carica di rettore, del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione come conseguenza della sentenza del Cga del febbraio scorso che aveva bocciato la prima versione del nuovo Statuto dell’Ateneo.
Il ricorso è stato respinto nel merito, in quanto non fondato, dai giudici della prima sezione del Tar etneo.
«La sentenza del Tribunale amministrativo – commenta il rettore Giacomo Pignataro – ha riconosciuto l’assoluta correttezza del percorso che l’Ateneo ha portato a termine per adeguare il proprio Statuto a tutti i rilievi ministeriali, facendo così cessare i motivi di un contrasto aspro che si era determinato con l’amministrazione statale in seguito al decreto rettorale del 28 novembre 2011 ed al processo di approvazione dello Statuto gestito dalla passata amministrazione».
«Riconoscendo che ‘non sussiste alcuna illegittima inerzia, la decisione della giustizia amministrativa – prosegue il rettore – pone fine a un contenzioso che ha alimentato la rappresentazione, sia pur marginale, di un Ateneo diviso.
L’azione di governo della nostra Università, svolta, come sempre, nel rispetto delle norme e di una prassi di condivisione delle scelte profondamente partecipata, esce da questa vicenda confermata e rafforzata in modo deciso».
«La risposta a tutte le sfide e gli ostacoli che abbiamo dinanzi è, sempre, nell’azione compatta degli organi di governo dell’Ateneo – conclude il prof. Pignataro – un’azione che sta già raccogliendo primi significativi e importanti risultati, a partire dal dato di crescita imponente delle immatricolazioni, in controtendenza rispetto a tanti Atenei, soprattutto del Sud, a dimostrazione di una ripresa di credibilità e reputazione della nostra storica e amata Istituzione. Una ragionevole fiducia, dunque, può e deve animare il molto lavoro che ci attende e per il quale tutta la nostra comunità è quotidianamente impegnata».