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Catania su podio che non rallegra: è la 3ª città d’Italia per furti di auto

Di Vittorio Romano |

Catania è la terza città d’Italia per denunce di furti di autovetture. A dirlo sono i dati elaborati dal Sole 24 Ore e forniti dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, che fotografano unicamente i delitti “emersi” all’attenzione delle forze di polizia. Restano dunque nell’ombra i fenomeni di microcriminalità, anch’essi diffusi sul territorio ma che per diversi motivi sfuggono al controllo delle autorità oppure la cui denuncia da parte delle vittime non è affatto scontata.

Come sempre in questi casi, il quotidiano economico stila una classifica che vede Catania al 32° posto in virtù di 43.190 denunce complessive (3.891,38 per 100.000 abitanti) e una variazione in negativo rispetto al 2016 del 2,90%. La fotografia della provincia etnea vede nei primi tre posti, dunque col maggior numero di denunce dei cittadini alle forze dell’ordine, i furti di auto, i furti in abitazione, le truffe e le frodi, seguiti dai furti con destrezza, i furti in esercizi commerciali, gli stupefacenti, le rapine, i furti e le estorsioni.

I numeri, però, confermano il sospetto che gran parte dei reati consumati non venga denunciata. Per esempio, in un territorio dove il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti rappresentano una voce importantissima nei “bilanci” della criminalità organizzata, 70 denunce per 100.000 abitanti in un anno sembrano davvero pochine. E così per le estorsioni: 13 denunce per un fenomeno diffusissimo. Chissà quante vittime ogni giorno pagano in silenzio per avere restituito un bene sottratto illecitamente (viene in mente il cosiddetto “cavallo di ritorno”: tu mi dai dei soldi e io ti restituisco l’auto o la moto rubata), evitando di denunciare per paura di subire soprusi e angherie dai delinquenti.

E a proposito di paura, una piaga purtroppo diffusissima e difficile da debellare è quella dell’usura. Un vortice infernale che inghiotte gente in gravi difficoltà economiche e interi nuclei familiari vittime di un sistema perverso: eppure solo 0,36 denunce per 100.000 abitanti.

«Nonostante la presenza sul territorio di diverse associazioni antiracket e antiusura – commenta il dirigente della Squadra Mobile di Catania, Antonio Salvago – la gente non denuncia e la maggior parte dei reati li scopriamo durante le nostre attività di indagine, soprattutto quelle sui clan mafiosi. Un fenomeno sommerso, dunque, nonostante una legislazione favorevole che dà ristoro a chi si affida alla giustizia. A chi ha paura di ritorsioni – aggiunge Salvago – dico che mai nessuno a oggi ha subito minacce o è stato malmenato per essersi rivolto alle forze dell’ordine. Dobbiamo capire, tutti insieme, che il fenomeno si sradica se siamo tutti coesi».

I dati nazionali. Nel 2017 in Italia sono stati commessi e denunciati in media 6.650 reati ogni giorno, circa 277 ogni ora. A Milano, Rimini e Bologna si concentra la maggiore densità di segnalazioni alle autorità. Le forme di criminalità più tradizionali sembrano perdere lentamente terreno. I furti, che come ogni anno rappresentano il grosso delle denunce pervenute (circa 1,27 milioni, più della metà sul totale), scendono del 6% rispetto agli anni precedenti, in particolare quelli nelle abitazioni, -9%. A contribuire alla discesa sono diversi fattori: la diffusione di sistemi di allarme e videosorveglianza che scoraggiano i malintenzionati, gli accordi territoriali tra le forze di polizia, le reti tra commercianti e Prefetture oppure la scarsa diffusione in alcune zone del Paese delle garanzie assicurative.

Al contrario, invece, continua la diffusione dei reati a stampo economico: fenomeni di riciclaggio e impiego del denaro sporco e frodi informatiche registrano un incremento in entrambi i casi pari all’8% su base annua. Le province monitorate dal ministero dell’Interno sono state 106.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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