Il giorno dopo la conta dei danni dell’ennesimo alluvione che ha messo in ginocchio Catania è l’ora delle polemiche.
«Un’ora e mezza di pioggia e Catania è andata di nuovo sott’acqua. Con conseguenti danni a famiglie, lavoratori e imprese. Senza contare che poteva anche scapparci il morto. Al di là della parziale imprevedibilità della forza dei temporali, non è più possibile assistere ogni volta allo stesso scenario. Né si può assistere silenti al teatrino della politica su un problema così importante che sembra non trovare soluzioni. Riteniamo sia l’ora delle risposte senza reticenze e degli interventi concreti» ha ad esempio accusato Maurizio Attanasio, segretario della Cisl.
«Non vogliamo addossare responsabilità dirette ad alcuno – precisa Attanasio – perché il tema si ripropone da oltre 20 anni, ma nella continuità amministrativa, così come abbiamo fatto in passato, ci rivolgiamo al sindaco attuale. E ci rivolgiamo a lui anche come sindaco metropolitano, perché dia alla comunità catanese e metropolitana le risposte che, purtroppo, in tanti anni non ci sono state. Siamo consapevoli che non il sindaco ha poteri straordinari, ma siamo anche certi che la «congiuntura politica» attuale con i Governi regionale e nazionale potrebbe incidere positivamente su possibili interventi straordinari di natura finanziaria che vadano a risolvere radicalmente la questione idraulica della città e delle periferie, così come in alcuni comuni della provincia. Anche alla luce di ingenti risorse disponibili per la mitigazione del rischio idrogeologico in tutto il territorio».
Secondo il segretario della Cisl catanese «quanto accaduto fa emergere, prepotentemente, il caso di Servizio Idrico Etneo, di quale «mission» debba avere nelle «politiche delle acque» e di come si intende affrontare la questione Sie e Siag». «Una questione questa – sottolinea – che riteniamo sia ormai non più rinviabile, e su cui occorra una operazione verità, affinché diventi chiaro e trasparente il percorso che gli amministratori, catanesi e provinciali intendono percorrere per la gestione di un bene pubblico così prezioso come l’acqua, con annesso sistema di rete fognaria e depuratori».
«Nel ritenere necessario un contributo tecnico di esperti – prosegue Attanasio – ci sono alcune questioni che interrogano e che devono avere risposta. Per tale motivo ci associamo alle domande e alle possibili soluzioni che abbiamo colto da vari interventi di tecnici qualificati, sia sulla stampa sia sulla rete, che vanno dall’ingegnere Tuccio D’Urso ad altri professionisti del settore e qualificati docenti universitari».
Il sindaco Enrico Trantino nelle ore successive aveva chiamato a raccolta gli studiosi: «Sul problema allagamenti stiamo coinvolgendo tecnici di altissimo livello, con quelli dell’Università di Catania in testa. Nei prossimi giorni avremo una riunione operativa, per capire meglio cosa fare».
«Premetto – aveva anche spiegato il sindaco – che non c’entrano nulla le caditoie ostruite. Quelle della via Etnea erano perfettamente pulite. Il problema maggiore è invece relativo alle acque provenienti dal viale Mario Rapisardi e da viale Regina Margherita. Le due strade non sono collegate al grande collettore».
Problemi già noti e non risolti nemmeno con la realizzazione del cosiddetto “canale di gronda” a inizio anni 2000, ovvero il percorso sotterraneo di condotte per le acque bianche che circondano di fatto la città. Da cui resta fuori però proprio la condotta allacciante di via Etnea che scarica a mare non lontano dal Duomo.
Trantino ha spiegato «La questione, per quanto di mia conoscenza (Trantino è stato anche assessori ai Lavori Pubblici, ndr), non è stata risolta per problematiche inerenti le autorizzazioni ai lavori che ricadrebbero proprio sotto porta Uzeda in area vincolata della Soprintendena».
Il tema del sistema fognario sarà quindi anche questo centrale nell’incontro con i tecnici dell’Università. «Per le informazioni che ho al momento – ha spiegato Trantino – l’unico lotto dei lavori per le fognature che potrà essere adattato anche per un sistema di acque bianche è quello numero 2». Si tratta di opere, quantificate in 147 milioni di euro, che riguardano proprio la rete mista (acque bianche e acque “nere” degli scarichi) della zona centrale del capoluogo.
Tra le problematiche citate dal sindaco ci sono anche le scelte delle abitazioni private. «Nelle strade confluiscono le acque che cadono sui tetti e sulle terrazze, perché i pluviali in città scaricano sui marciapiedi e non nel sottosuolo. Dobbiamo fare qualcosa per risolvere anche questo».