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Catania, pignorate le poltrone dello Stabile

Catania, pignorate le poltrone dello Stabile durante uno spettacolo per le scuole

Attrice fa causa, si presenta (senza portarle via) l'ufficiale giudiziario Il personale ha proclamato lo sciopero e il blocco delle attività

Di Redazione |

L’ufficiale giudiziario che irrompe in scena al Teatro Verga, ieri mattina, mentre il sipario era alzato per una rappresentazione del “Lear, la storia”, dedicata alle scuole, non è un frangente di una pièce ma un fatto di cronaca che evidenzia una volta di più la crisi dello Stabile.

L’ufficiale giudiziario si è presentato per dare esecuzione a un pignoramento chiesto da un’attrice – sembra non catanese ma di una compagnia ospite delle passate stagioni – ma comunque le poltrone non sono state portate via, lo spettacolo è proseguito e sono stati posti i paletti per giungere ad una transazione. Un déjà vu, giacché era già accaduto che un ufficiale giudiziario bussasse alle porte dello Stabile per eseguire pignoramenti ed è ben possibile che accada nuovamente, visto che si starebbero accumulando negli uffici amministrativi numerosi decreti ingiuntivi.

PERSONALE DELLO STABILE IN SCIOPERO

D’altronde lo Stabile ha dovuto accantonare oltre 260mila euro, tra pignoramenti vecchi e nuovi. Senza contare la mancanza del Durc (Documento unico di regolarità contributiva). Una situazione sempre più preoccupante. Non a caso il presidente del Teatro Stabile, Salvatore La Rosa, ha convocato per lunedì una riunione del Consiglio di Amministrazione, rimarcando che comunque si tratta di esposizioni risalenti a precedenti gestioni. Stamane, i lavoratori si riuniranno in assemblea per rilanciare l’allarme sulla crisi del teatro. Lo Stabile intanto in un comunicato precisa che “Il pignoramento è stato bloccato in seguito alla trattativa di transazione avviata dai legali dell’ente con la parte creditrice”.

L’on. Nello Musumeci, presidente della commissione regionale Antimafia, in una nota chiama a raccolta la deputazione catanese: «Abbiamo ormai toccato il fondo. È mai possibile che una città come Catania, con la sua solida tradizione culturale, non avverta l’orgoglio di reagire di fronte a tanto degrado? Una città che esprime trenta parlamentari tra Bruxelles, Roma e Palermo, che esprime l’assessore regionale allo Spettacolo e che vanta la più antica università dell’Isola, può assistere inerte e inerme alla agonia della sua più prestigiosa istituzione culturale? Qui non è in gioco la lottizzazione della poltrona di questo o quel direttore o presidente ma la credibilità di tutta la classe politica dirigente catanese».

Sul caso interviene con una nota il capogruppo “Con Bianco per Catania”, Alessandro Porto: «La crisi dello Stabile ha radici lontane nel tempo e non può essere addebitata solo alla politica e alla continua e ingiusta riduzione dei fondi da parte della Regione Siciliana. L’attuale disastro è il risultato di una gestione “allegra” delle risorse di cui il teatro ha usufruito specialmente in passato. La visita degli ufficiali giudiziari certifica la crisi di quasi tutti i teatri del sud Italia e Catania e il suo Stabile non sfugge a questa regola. I sindacati e i lavoratori, giustamente, chiedono trasparenza sui bilanci e sui rendiconti. Il sindaco Bianco si è impegnato direttamente sostenendo un nuovo management, che certamente affronterà le delicate difficoltà di bilancio e il rilancio dell’attività».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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