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Catania, per non pagare il creditore millanta di far parte del clan Cappello Bonaccorsi e di essere parente di Niko Pandetta

Di Redazione |

Paga una fornitura di merce per un totale di 30 mila euro in parte in contanti e in parte con assegni post datati che però poi risultano insoluti per mancanza di fondi. E alla richiesta del creditore di avere pagato quanto pattuito sono partite le minacce prospettando gravi danni economici alla sua attività ma anche per la propria incolumità personale millantando l’appartenenza al clan mafioso dei Cappello – Bonaccorsi e un’asserita parentela con Niko Pandetta, il neomelodico finito spesso nell’occhio del ciclone per i suoi temi non esattamente di condanna alla mafia.

«Allora non lo avete capito con chi avete a che fare? – avrebbe detto al creditore – Io appartengo alla famiglia del clan Cappello e se voglio tu un piede a Catania non lo metti più…..…appena vieni qua ti sparo in testa …»

Una sceneggiata che però gli è costata le manette perché la Squadra Mobile di Catania su delega della Dda di Catania e su ordine del Gip del Tribunale etneo lo ha arrestato. Si tratta di B. F. di 47 anni, pregiudicato, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La vicenda è scaturita dalla denuncia di un imprenditore del settore della vendita all’ingrosso di cialde di caffè, il quale ha fornito all’indagato, anch’egli titolare di fatto di un’azienda operante nel medesimo settore, la merce.

B. F., che ha condanne per plurime violazioni delle disposizioni sulle armi, rapina, furto ed associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, è stata anche contestata l’aggravante perché mentre minacciava e estorceva era sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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