Catania, nasce un Osservatorio per prevenire la devianza giovanile

Di Redazione / 14 Gennaio 2021

CATANIA – Con il coordinamento della Prefettura di Catania, è stato siglato un innovativo accordo tra Pubbliche amministrazioni, cui aderiscono anche le Diocesi di Catania, Acireale e Caltagirone per prevenire la devianza giovanile nell’area metropolitana favorendo la cura delle esigenze educative e di inserimento sociale dei ragazzi con l’obiettivo di assicurare la piena attuazione delle funzioni di tutela dei minorenni o dei giovani adulti destinatari di provvedimenti giudiziari.

L’Accordo trae origine dalla pregressa collaborazione avviata in Calabria tra il prefetto Claudio Sammartino e il presidente del Tribunale per i minorenni Roberto Di Bella, culminata nella preparazione del progetto «Liberi di scegliere». L’Accordo si propone di favorire progettualità condivise e modalità operative integrate tra attori istituzionali.

Tra gli obiettivi il recupero culturale dei quartieri della Città di Catania e dei Comuni dell’area metropolitana, afflitti da povertà educativa e criticità sociali, substrato della devianza giovanile; la programmazione di strategie di contrasto della dispersione scolastica e alla elaborazione di interventi di inclusione sociale, culturale e lavorativa in favore dei minorenni o dei giovani adulti provenienti da contesti familiari e ambientali degradati della Città Metropolitana; il coinvolgimento operativo delle Forze dell’Ordine nelle attività di recupero dei minorenni e dei giovani adulti destinatari di provvedimenti giudiziari; la pianificazione di interventi volti a favorire il cosiddetto tempo pieno nelle scuole delle aree degradate della città metropolitana e l’istituzione di centri di aggregazione culturale anche con l’intervento e l’importante contributo delle Diocesi e delle associazioni del terzo settore; la rilevazione dell’andamento dell’anno scolastico negli istituti di formazione professionale per i giovani in età scolare in ragione dell’esigenza di assicurare che ragazzi esposti al rischio del «reclutamento» della criminalità siano invece impegnati in attività educative e professionalizzanti.

L’Accordo prevede anche un circuito comunicativo fra la Procura distrettuale di Catania, il Tribunale e la Procura per i minorenni e le Forze di Polizia con l’obiettivo di realizzare interventi giudiziari coordinati a tutela degli stessi minorenni disagiati, autori o vittime di reati, della Città Metropolitana, territorio caratterizzato dalla capillare presenza di organizzazioni criminali e da condizioni di fragilità e criticità sociale e culturale che sostanziano fattori gravemente turbativi della crescita dei giovani. 

«Un accordo pioneristico, senza precedenti in Italia» che permetterà di «intervenire tempestivamente se ci sono situazioni di pregiudizio per i ragazzi» ha detto  il presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, Roberto Di Bella.  Il presidente Di Bella ha sottolineato la «necessità di anticipare l’intervento prima che sia troppo tardi per i ragazzi». Di Bella ha parlato di «giornata importante per Catania e i suoi ragazzi» e ha ribadito l’importanza del ruolo della «scuola, con l’orario pieno», ma anche «delle Diocesi e della Caritas» per questo «obiettivo che è ambizioso, ma realizzabile». «Voglio concludere il mio intervento con enfasi – ha chiosato il presidente Di Bella – da oggi per tanti ragazzi catanesi sfortunati coltivare una speranza non sarà un’utopia».

Secondo il procuratore distrettuale Carmelo Zuccaro, il neonato Osservatorio è il migliore modo per attuare il secondo comma dell’articolo tre della Costituzione» che prevede che è compito della Repubblica «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale» che «impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Il procuratore Zuccaro ha sottolineato l’importanza del «circuito comunicativo che si è creato» tra gli istituti coinvolti nella «prevenzione e nel recupero» di minorenni per identificare «sistemi di criticità» per i ragazzi che «non dobbiamo dare per “persi”». Interventi sono possibili, ha evidenziato il procuratore distrettuale di Catania, permette di intervenire nei casi in cui «ci sono genitori, o di uno solo, coinvolti in reati non episodici» o se «appartengono alla criminalità organizzata» con figli minorenni che «possono trovarsi soli o in condizione di devianza». Ma anche nei casi in cui «i minorenni sono coinvolti nelle attività criminali dei genitori che così “bruciano” il loro futuro».

Tra i casi citati dal procuratore Zuccaro anche quelli dei «figli dei collaboratori di giustizia che si trovano a vivere con un familiare che non ha condiviso la scelta di rompere con il passato». 

L’Osservatorio provvederà, in primo luogo, a «mappare» le zone e i quartieri di Catania individuando le aree maggiormente esposte e critiche e fornirà anche valutazioni alle Autorità per interventi e iniziative di carattere infrastrutturale, culturale e di inclusione sociale.

«Un Accordo interistituzionale – ha spiegato il prefetto Claudio Sammartino – che potrebbe essere decisivo per alimentare la speranza di un rinnovamento culturale e sociale dei giovani soprattutto di quelli meno fortunati. Un deciso cambio di passo nelle strategie di prevenzione e recupero degli stessi giovani, nella consapevolezza che l’attuale emergenza sanitaria accentuerà le criticità sociali e le situazioni di devianza legate al bisogno. Un passo in più, nella certezza che l’attenzione dedicata alla questione minorile è cruciale per prosciugare quel bacino che alimenta il modello e, soprattutto, il «mito» mafioso».

«Preziosa e cruciale – ha sottolineato il prefetto Sammartino – sarà la partecipazione all’Osservatorio dei Rappresentanti delle Diocesi di Catania, Acireale e Caltagirone e degli organismi del Terzo settore. Con ciò, in applicazione del principio di sussidiarietà, si vuole valorizzare il significativo e capillare lavoro che viene svolto da tempo a favore dei giovani soprattutto nei quartieri e nelle zone maggiormente a ‘rischiò».

L’Accordo è stato siglato dal prefetto Sammartino, dal sindaco Pogliese, dall’arcivescovo Gristina e dai vescovi Peri e Raspanti, dal presidente del Tribunale per i minorenni Di Bella, dal procuratore per i minorenni Aiello, dal procuratore distrettuale Zuccaro, dal questore Della Cioppa, dal comandante provinciale dei carabinieri Coppola, dal comandante provinciale della guardia di finanza D’Angelo, dal rettore dell’università Priolo, dal dirigente scolastico provinciale Grasso, dal dirigente dell’ispettorato del lavoro Corsaro, dalla dirigente dell’ufficio servizio sociale per i minorenni dell’amministrazione della Giustizia Bonanno. 

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