CATANIA – Dieci anni e ancora l’iter non è finito. Quando si parla di Catania città a vocazione turistica bisognerebbe aggiungere che siamo anche la città dove le lentezza pachidermica rende vani tutti i progetti. Facciamo un passo indietro al 2009. Si è insediato da un anno il sindaco Stancanelli e l’ex assessore Marella Ferrera, di concerto con l’allora vicesindaco Roberto Bonaccorsi (anche oggi ricopre la stessa carica) avviano un braccio di ferro con la Cisl che in quel momento occupa l’ex monastero dei Padri Crociferi nella via omonima. Passa meno di un anno e la Cisl trasloca mentre il Comune avvia il progetto di riconversione del monastero per farne la seconda sede museale della città e poter finalmente esporre i tanti tesori d’arte che sono custoditi nei depositi del castello Ursino.
L’iter seppure a rilento va avanti e finalmente arrivano i primi fondi comunitari e si avviano i lavori. Passano gli anni, Stancanelli viene sconfitto da Bianco che si insedia ma in cinque anni poco si muove se non per l’accordo col museo egizio che avvia l’iter per fare di Catania una succursale del famoso museo di Torino. E siamo all’amministrazione Pogliese. L’assessore alla Cultura, Barbara Mirabella riapre il fascicolo e riprende a lavorare. E’ comunque passato oltre un anno dall’insediamento della nuova amministrazione, ma ancora i tempi sembrano lunghi. E chissà se entro fine consiliatura si avrà finalmente la nuova sede museale. L’assessore è comunque fiduciosa soprattutto per i due musei dei tre che saranno allestiti nel monastero, quello egizio e quello storico cittadino. Tempi più lunghi invece per quello di città sugli elementi della natura, terra, fuoco, acqua e vento.
Per l’egizio l’assessore Mirabella ha spiegato che «il Comune è ormai pronto, tutti gli accorgimenti richiesti sono stati portati a termine e si attende soltanto la visita della sovrintendenza torinese per avere il via libera definitivo al trasferimento dei reperti. Ritengo che appena la delegazione arriverà a Catania, dando il via il via libera, noi avvieremo l’ultima fase dell’iter per gli allestimenti». L’assessore ha aggiunto che nello stesso piano della collezione egizia, in un’altra ala del monastero saranno esposte le collezioni del castello Ursino. Abbiamo fatto anche un protocollo d’intesa col Cnr affinché il museo egizio e quello del castello Ursino dialoghino tra loro».
Il terzo museo, il museo della città, invece, è ancora in fase di completamento. «Abbiamo già affidato l’incarico per la progettazione che è ormai pronta e adesso dovremo solo fare la gara». Il museo della città sarà un racconto multifunzionale della città, basato sui quattro elementi, l’acqua, il fuoco, l’aria e la terra.
«La nostra intenzione è comunque aprire quasi contemporaneamente il museo egizio e quello riservato alle collezioni del castello Ursino. Abbiamo fatto in modo che i musei “dialoghino ” tra loro e quindi prevederemo anche una biglietteria unica, ma il visitatore avrà tre opzioni o visitare solo un determinato museo oppure scegliere il pacchetto completo, con prezzi competitivi».
E arriviamo alla nota dolente dei tempi. L’assessore spiega che gli uffici stanno lavorando alacremente per giungere all’inaugurazione dei primi due settori entro il 2020 «salvo intoppi burocratici – precisa – Noi comunque siamo pronti per muoverci speditamente visto che per il museo egizio ormai mancano solo gli allestimenti. Cosa differente invece per il museo della città ,mentre per la seconda sede delle opere dell’Ursino i tempi dovrebbero essere gli stessi di quello dell’egizio».
Resta il fatto che nonostante le promesse il tempo scorre e già dall’avvio del progetto sono passati 11 anni. In una città che aspira a diventare polo catalizzatore del turismo non è possibile attendere 11 anni per ristrutturare un monastero ed allestirlo per fare altre sedi attrattive. E dire che nel 2009 avevamo visitato i depositi del castello Ursino stracolmi di opere che mai i cittadini hanno visto e era stato rassicurato che i tempi sarebbero stati spediti. Un peccato visto che queste opere sono anche nostre…Di tutti i cittadini che abitano in questa città.