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Catania: mafia nel “Chaos”, arrivano le condanne definitive

Il verdetto della Cassazione segna l'ultimo capitolo dell'inchiesta del Ros. Alla sbarra sanpaoliani e carcagnusi.

Di Laura Distefano |

The end. Sono arrivati i titoli di coda nel processo, stralcio abbreviato, frutto della poderosa inchiesta del Ros Chaos. Blitz che nel 2017 sferrò un colpo mortale a Cosa nostra etnea, dal punto di vista militare e imprenditoriale. La Cassazione ha rigettato quasi tutti i ricorsi delle difese facendo diventare irrevocabile la sentenza della Corte d’Appello nei confronti della cupola dei Santapaola-Ercolano e dei Mazzei. Mercoledì sera è arrivato il verdetto della Suprema Corte. Quasi per uno strano scherzo del destino poche ore dopo uno dei condannati è stato al centro di una sparatoria dai contorni ancora misteriosi. Prima di entrare nei numeri di anni inflitti agli imputati, riassumiamo cosa venne fuori dalle indagini dei carabinieri del Ros che coordinati da Marco Bisogni (oggi membro togato del Csm) e Raffaella Vinciguerra proseguirono il percorso avviato dai magistrati Agata Santonocito e Antonino Fanara (oggi alla Pna) con l’operazione Kronos del 2016.

Il reggente di Cosa nostra

Fu arrestato il reggente della famiglia mafiosa, Antonio Tomaselli – delfino degli Ercolano – che prese le redini della cosca dopo l’arresto di Francesco Colluccio Santapaola e Angelo Marcello Magrì. Tomaselli penna bianca è intercettato anche all’interno di un cementificio di Misterbianco, che poi sarà al centro di un secondo capitolo dell’inchiesta che portò alla luce il volto finanziario del clan. Mentre i carabinieri seguivano i movimenti degli affiliati fino a Lentini, dove c’erano gli alleati del clan Nardo, hanno documentato un clima di guerra con i Mazzei. Tomaselli durante un summit mise in chiaro che i Santapaola erano capaci di tutto, ricordando che avevano ammazzato anche un Santapaola (Angelo nel 2007, ndr).

La sentenza irrevocabile

Ora andiamo alla sentenza definitiva che ricalca, tranne due posizioni, il verdetto d’Appello che fu affrontato dai pg Angelo Busacca e Iole Boscarino. La Cassazione ha rideterminato la pena per Sebastiano Vespa e Arturo Mirenda, rispettivamente a 8 anni e 6 mesi e 10 anni e 600 euro di multa. Conferma per Orazio Di Grazia (8 anni), Carmelo Di Stefano (10 anni), Giovanni La Mattina (8 anni), Salvatore Leonardi (8 anni), Tomaselli (16 anni), Francesco Caltabiano (11 anni e 10 mesi), Orazio Coppola (18 anni), Santo Di Benedetto ‘u pannitteri (3 anni), Mario Maugeri (10 anni), Carmelo Pantalena (8 anni), Mario Pappalardo (8 anni), Rocco Biancoviso (8 anni), Angelo Di Benedetto (3 anni, vittima del ferimento di via Domenico Tempio e figlio del boss storico dei carcagnusi Santo, coimputato), Antonio Mangano (8 anni), Roberto Marino (8 anni) e Carmelo Rannesi (14 anni).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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