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Catania: l’omicidio di Vaccarizzo, il pentito e la faida di Librino

Di Vittorio Romano |

Come anticipato ieri dal nostro sito, è di Vincenzo Timonieri, 26 anni, pregiudicato vicino al clan Nizza, il corpo trovato sabato sera in avanzato stato di decomposizione a Vaccarizzo. Il giovane, che mancava da casa presumibilmente dallo scorso mese di febbraio, è stato ucciso con più colpi di arma da fuoco, di cui uno sparato alla testa. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica.

Al ritrovamento del corpo del giovane si sarebbe arrivati grazie alle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti da un nuovo collaboratore di giustizia, uno di quelli che in una calda sera d’agosto dell’anno scorso trasformò Librino in una scena da Gomorra: ci fu un conflitto a fuoco tra esponenti dei clan Cappello e Cursoti Milanesi che portò all’uccisione di due persone, Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia, al ferimento di altre otto e mise a rischio tante vite di donne e bambini che all’imbrunire si trovavano in strada, chi a giocare e chi a prendere un po’ di fresco.

Il collaboratore – che per accreditarsi avrebbe già fatto trovare agli inquirenti un covo pieno di armi – pare abbia indicato ai magistrati il luogo esatto dove poter trovare il corpo di Timonieri. Per questo, sebbene irriconoscibile, gli inquirenti non hanno avuto dubbi sulla sua identità. Timonieri però non avrebbe partecipato al conflitto a fuoco dell’8 agosto 2020 ma l’omicidio affonderebbe radici nello stesso contesto criminale.

Il ventiseienne in passato è stato arrestato per spaccio di droga e reati contro il patrimonio ed era ritenuto vicino al clan Nizza. Nel 2014 fu preso in un blitz a San Cristoforo, insieme ad altre 16 persone. In quell’occasione i carabinieri arrestarono i responsabili dello spaccio nel perimetro compreso tra le vie Alogna, Trovatelli, Trovato e Lava.

Due anni dopo fu arrestato nella zona di Zia Lisa al termine di un lungo inseguimento. I militari avevano intimato l’alt a una Mercedes con dentro 5 persone, tra cui Timonieri. Ma l’auto, all’interno della quale c’erano 5 passamontagna, aveva forzato il blocco prima di essere fermata. E ancora. Tre anni fa Timonieri si rese protagonista di una protesta nel carcere di Bicocca messa in atto perché la direzione gli aveva negato il permesso di seguire i funerali del bisnonno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA