Catania, lo stadio pignorato ma resta in uso al Comune
Catania, lo stadio pignorato ma resta in uso al Comune
Sentenza del Tribunale etneo in merito al contezioso delll’impresa “Europea 92” per il pagamento di 3 milioni per lavori viari a San Giovanni Galermo. L’Amministrazione: «C’è un ricorso in appello, contiamo di vincere». Pignorata anche l’ex Pretura
CATANIA – Il pignoramento dello stadio Angelo Massimino, dell’ex Pretura che ospita uffici giudiziari e di azione e quote di società partecipate dal Comune di Catania – – Asec Spa; Amt Spa; Società degli Interporti Siciliani Spa; Sidra Spa; Catania Multiservizi Spa; Sostare srl – per complessivi 4,1 milioni di euro, è stato formalizzato dall’impresa “Europea 92 Spa” di Montaquila (Isernia). Le strutture e le società restano però in uso all’Amministrazione comunale di Catania perché sono “beni indisponibili”. Il provvedimento fa seguito al contenzioso aperto per il pagamento di 2,7 milioni di euro per l’esecuzione di lavori, la cui gara d’appalto risale al 1999, di «urbanizzazione nel piano di zona di San Giovanni Galermo». La sentenza di primo grado è stata emessa dal Tribunale di Catania il 28 maggio del 2012. Dal Comune di Catania spiegano che «la sentenza è provvisoriamente esecutiva», che è «pendente un ricorso in appello che si pensa di vincere» e di «non avere pagato perché non c’è la certezza di avere restituita la somma» da parte dell’azienda in caso sentenza di secondo grado favorevole all’Ente locale. Dalla “Europea 92 Spa” rilevano che «il Comune di Catania non ha inserito nel 2013 il debito nel bilancio inviato alla Corte dei conti, propedeutico all’approvazione da parte del Governo nazionale del Piano di riequilibrio finanziario» e che sulla vicenda ha «inviato un esposto alla Procura della Corte dei conti di Palermo». «Lo scorso anno – ricorda l’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando – abbiamo pagato 183 milioni di euro di debiti, inseriti o non inseriti nel Piano di rientro. Certo questo “non debito” non c’è, ma non è pagato non per il mancato inserimento, ma perché riteniamo di attendere la sentenza definitiva per cautelare il Comune». Ma l’azienda contesta anche la mancata transazione, perché la proposta del Comune è stata ritenuta «di importo di gran lunga inferiore a quanto dovuto». «Cercano di fare pressione – commenta l’assessore Girlando – abbiamo fatto una proposta e non l’hanno accettata, e noi siamo certi di vincere in secondo grado. L’iniziativa di pignoramento non andrà a buon fine perché i beni citati sono indisponibili, sembra un’azione dimostrativa».