
LE INDAGINI
Catania, l’incendio nella comunità terapeutica e la paziente morta: si indaga per omicidio colposo e abbandono di incapaci
La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sul decesso della donna di 55 anni nel rogo divampato due giorni fa
La stanzetta dove è morta, a seguito di un incendio, la 55enne ospite della comunità terapeutica riabilitativa Villa Verde è da mercoledì sera sotto sequestro. Tra le possibili cause del rogo ci potrebbe essere una cicca di sigaretta accesa. La donna, infatti, era una fumatrice. Ma ci muoviamo al momento nel campo delle ipotesi. La certezza di cosa abbia scatenato le fiamme che hanno incenerito il letto e ucciso la signora si avrà solo dopo la relazione che stanno preparando i vigili del fuoco e gli investigatori della sezione investigazione scientifica (Sis) del comando provinciale dei carabinieri.
Intanto ieri sono arrivati nella struttura di via Nuovalucello che ospita circa quaranta persone con patologie psichiatriche il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e le pm Anna Trinchillo e Assunta Musella, che coordinano l’inchiesta per omicidio colposo, abbandono di persona incapace e violazione delle normative sulla sicurezza.
Le indagini, delegate ai carabinieri di piazza Verga, non si fermeranno alla determinazione delle cause del rogo (che pare sia stato spento nell’immediatezza con un estintore da un’operatrice che opera nella comunità) ma si svilupperanno a verificare se ci siano state delle falle nei piani di sicurezza e antincendio attivati nella struttura. Per questo motivo sono stati acquisiti faldoni di documentazione. Questa parte dell’inchiesta potrebbe richiedere anche la nomina di consulenti tecnici.
L’autopsia
La procura ha disposto anche l’autopsia sul corpo della 55enne, che era arrivata nella comunità di via Nuovalucello solo da pochi giorni. Infatti proveniva da un’altra struttura terapeutica. Già il medico legale mercoledì sera ha fatto una prima ispezione cadaverica esterna. Ma il corpo era quasi totalmente carbonizzato, quindi solo l’esame autoptico – che sarà conferito nelle prossime ore – potrà dare risposte più precise. Fondamentale per una ricostruzione investigativa della tragedia è anche stabilire l’ora del decesso.
Il Codacons annuncia la propria costituzione di parte offesa nell’inchiesta. «L’associazione per la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori – dice l’avvocato Carmelo Sardella, dirigente dell’Ufficio legale regionale – chiede che venga fatta piena luce sulle cause del rogo e su eventuali responsabilità affinché episodi simili non si ripetano e sia garantita la massima sicurezza nelle strutture che ospitano persone vulnerabili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA