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L'intervista

Catania: la nuova pista ciclabile «non va demonizzata, è un’opera funzionale e funzionante»

La parola all'esperto in mobilità sostenibile: «Non serve un cambio culturale, più crescono le opere green più si invoglia la gente»

Di Francesca Aglieri Rinella |

«Le polemiche sono state tante e in alcuni casi eccessive, se si arriva addirittura a contestare la scelta del colore: se il verde si abbinava meglio. La pista ciclabile non è perfetta, ci sono delle criticità, ma sicuramente obbrobrio e scelleratezza di cui tanti parlano non è». Non usa mezzi termini Andrea Tartaglia, ingegnere catanese specializzato in edilizia e architettura, impegnato in un master in Spagna. Innamorato della sua città alla quale ha dedicato la sua tesi di laurea sperimentale (è stato anche consulente a titolo gratuito del sindaco Enrico Trantino) segue le grandi tematiche urbanistiche e quella della mobilità sostenibile.

Il percorso per ciclisti e pedoni

«Percorrendo e vivendo la pista ciclabile – dice Tartaglia a La Sicilia – ci si rende conto che per la quasi totalità del percorso è perfettamente funzionale e funzionante. Il problema principale è l’arrivo alla Plaia, nella zona del Faro Biscari, l’immissione per chi arriva sulla pista ciclabile. Ma è un aspetto che è stato notato e per cui è già stata immaginata dall’Amministrazione una corsia di immissione solo per chi arriva da Sud per immettersi su quella ciclabile, all’imbocco di via Domenico Tempio, in modo da poterne usufruire in sicurezza anche dal lato Sud del Porto. In questo momento, bisognerebbe trovarsi dall’altro lato della carreggiata che però non è segnalato. Ecco manca anche la segnaletica verticale, ma chi parte dalla Pescheria non ha grossi problemi a individuare il percorso perché cromaticamente e infrastrutturalmente la pista ciclabile è identificabile. Gli attraversamenti semaforici funzionano, la corsia ha ovviamente le misure idonee per essere percorsa senza ostacoli o restringimenti particolari».Tartaglia non ha dubbi sugli attraversamenti (anche loro oggetto di critiche). «Sono fisiologici anche per le piste ciclabili. È cosi dappertutto, non è una peculialità di Catania. Ho letto di cittadini che contestano il non avere dato spazio al lato di Via Acquicella Porto, ma lì sussiste il problema di intersezione con i tir, ad esempio. Ed è un problema che forse tra qualche anno sarà possibile risolvere se avrà attuazione il piano regolatore portuale, con il passaggio di ingresso dei tir del tutto interrato. Sarà una rivoluzione. Tra l’altro il Porto regalerebbe anche una fascia di dieci metri lungo l’asse e si potrà pensare a un viale attrezzato».

Parola d’ordine sicurezza

«Ma, intanto, oggi – sottolinea Tartaglia – c’è la grande opportunità di muoversi con un grado di sicurezza enormemente maggiore. È un punto di partenza e non di arrivo. Quelli della ciclabile erano fondi del “City Mover” che finalmente sono stati destinati e che in realtà riguardavano la sistemazione dell’ingresso Sud della città. Infatti gli interventi non hanno riguardato solo la pista, ma il rifacimento del manto stradale su entrambe le carreggiate, l’impianto di illuminazione e quello di irrigazione per le essenze che sono state piantate. Un intervento più ampio che ha compreso la nuova infrastruttura ciclabile e pedonale».Serve un cambio culturale? «Beh, adesso – aggiunge l’ingegnere – è agevolato dalla presenza di un’infrastruttura moderna e sicura. Basta vedere le statistiche, in qualsiasi città europea, più crescono le infrastrutture più crescono in questo caso i ciclisti o gli appassionati che vogliono ricorrere a questo tipo di mobilità dolce. Perché è ovvio che ti senti più sicuro: è un concetto estremamente banale, ma reale. Un esempio sono le persone che in passato ci avevano provato, ma non si erano sentite sicure e che oggi (ieri per chi legge) hanno percorso la ciclabile per raggiungere la spiaggia o il Boschetto della Plaia, in sicurezza. Prima non era immaginabile, era pericoloso. Infrastrutture di questo tipo aiutano in termini di innovazione, green e mobilità sostenibile: non vanno mai demonizzate. Sarebbe bello potere dire che c’è il finanziamento pronto per la rete di 40 chilometri di pista ciclabile in città perché è ovvio che al momento la pista è scollegata dal resto, ma è sicuramente un segnale importante, un’opportunità per collegare il centro storico alla Plaia come prima non si poteva. Questa pista va valorizzata, non combattuta».

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