Catania, la destagionalizzazione difficile Aperti soltanto sei lidi balneari su quaranta

Di Lucy Gullotta / 20 Settembre 2015

CATANIA – L’obiettivo da anni è quello di diversificare l’offerta e rendere il più possibile attrattiva la Plaia. Una scommessa per i titolari degli stabilimenti balneari, che non intendono arretrare dinanzi alla crisi e che credono fermamente che il “pacchetto Plaia” possa continuare ad essere sfruttato nel migliore dei modi. Certo, a frenare l’entusiasmo degli imprenditori c’è il lento carrozzone della burocrazia che blocca ogni tentativo di iniziativa.
Perché Catania con il patrimonio naturalistico che possiede non può diventare meta turistica? Perché gli stabilimenti non possono rimanere aperti tutto l’anno? Domande che inevitabilmente ci si pone, quando a metà settembre la colonnina di mercurio continua a segnare un clima prettamente estivo.
 
 
Il caldo settembrino quest’anno è stato davvero temibile, una morsa d’afa e la tentazione è stata quella di trovare ristoro in riva al mare. Ma purtroppo gli stabilimenti balneari sono quasi tutti chiusi: alla Plaia solo 5-6 (su una quarantina) hanno deciso di continuare a offrire servizi alla clientela.
Gli stessi che hanno anticipato l’apertura, sempre offrendo servizi gratuitamente.
 
 
«In questi giorni c’è stato un grande afflusso di gente, complice il gran caldo», commenta e conferma Ignazio Ragusa, presidente regionale del Sib e titolare del lido Polifemo alla Plaia. «Per gli amanti del mare le giornate appena trascorse sono state davvero fantastiche, mare cristallino e piatto, sabbia dorata e clima tropicale – racconta -. Qualche stabilimento ha continuato ad offrire i servizi gratuitamente con ombrelloni e sdraio ma l’affluenza non è tale da prendere in considerazione il proseguo dell’attività».
 
 
La stagione balneare in Sicilia questa estate è stata inaugurata per decreto regionale il primo aprile e si concluderà il 31 ottobre. La stagione balneare nei lidi invece si è aperta il 31 maggio per concludersi lo scorso 13 settembre.
«Settembre è un mese dal clima incerto con mareggiate che non risparmiano nulla – spiega Ragusa – sarebbe fattibile proseguire solo con ombrelloni e sdraio ma impossibile tenere aperto lo stabilimento turistico così come vive durante l’estate cioè come villaggio turistico; bisogna cominciare a smontare le cabine prima che il tempo cambi».
 
 
Una cosa è certa: i titolari degli stabilimenti balneari non sono sconsiderati e non è loro intenzione scansare gli affari, anzi l’idea di rimanere aperti tutto l’anno è un obiettivo che perseguono da anni; che chiedono a voce alta senza ottenere risposte concrete. E’ poi chiaro che la destagionalizzazione porterebbe dei cambiamenti, a seguito di investimenti importanti.
 
 
«Restare aperti solo nel fine settimana in questo contesto non giustifica i costi – prosegue il presidente regionale del Sib – basti considerare che il capitolo manutenzione è forse la voce più importante nella gestione di uno stabilimento. La spiaggia non è così come la si vede, va pulita e livellata e poi resa fruibile. Se ci fosse un interesse turistico importante, che invece ancora non è ben rodato, l’investimento sarebbe interessante per molti operatori del settore che credono nel rilancio turistico della Plaia».
 
 
«La destagionalizzazione – conclude Ragusa – è legata a un percorso ben preciso. Se fosse possibile adeguare le nostre strutture per la ricezione invernale i catanesi, e non soltanto loro, potrebbero sempre godere del proprio mare, di spiagge curate e strutture attrezzate e nello stesso tempo si attirerebbero i turisti. Ma al momento le nostre strutture possono vivere solo durante il periodo estivo».

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: catania destagionalizzazione