Cronaca
Catania, il “Sabor latino” trasgredisce ancora: stavolta la chiusura è di 30 giorni
CATANIA . Al “Sabor latino” hanno fatto poker e compreso che il “martedì” non è che porti loro bene. Quattro le più recenti chiusure d’imperio, disposte dal questore, Mario Della Cioppa, tre di martedì e appena una di mercoledì, dal 16 giugno al 23 febbraio, data dell’ultimo provvedimento adottato ai sensi dell’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps), a carico del locale di piazza Carlo Alberto, dove non sembrano essere eccessivamente ferrati rispetto alle norme collegate all’emergenza sanitaria, al punto da avere collezionato, sin qui, ben 85 giorni di “punizione”.
Si comincia il 16 giugno dello scorso anno, in piena pandemia: 10 giorni di “squalifica”. La buona condotta dura meno di 3 mesi, poi il 9 settembre il locale, a differenza del celebre Paganini, si ripete, ma stavolta i giorni di chiusura diventano 30. Il 2020 in casa “Sabor latino” si archivia con 2 chiusure obbligate in 6 mesi e mezzo che, in termini di statistica, sono poca cosa rispetto a quanto, poi, avverrà sin dall’inizio del 2021.
Già a gennaio, il 12, la solita solfa, ma sanzione differente: 15 giorni di chiusura; il 23 febbraio stesso cliché, ma provvedimento raddoppiato. Ed i bookmaker sarebbero già a lavoro per accettare scommesse rispetto alla data della prossima chiusura, certamente non auspicata da alcuno, posto che il buon senso suggerirebbe la scrupolosa osservanza delle norme. Ma, tornando al caso più recente, quello di martedì scorso, pare che la Polizia subodorasse come il motto dell’esercizio di piazza Carlo Alberto fosse il celebre “repetita iuvant” e, quindi, gli agenti delle “Volanti” non si sarebbero stupiti più di tanto quando, assieme ai colleghi della Polizia locale, raccogliendo una segnalazione giunta alla Sala Operativa, si presentavano nel locale sito nella zona teatro della “Fera o luni”. Alcune persone, in evidente assembramento, sorseggiavano bevande alcoliche con estrema disinvoltura, la stessa, poi, usata per darsela a gambe, forse senza pagare il conto. E, in quanto a pagamenti, il titolare dovrà regolarsi di conseguenza dinanzi alle contravvenzioni rimediate per il mancato rispetto delle misure di contenimento anti Covid, per avere consentito che un dipendente non indossasse la mascherina e per l’allegro assembramento di clienti.
E, riguardo a questo ultimo punto, dove sta la notizia? Interrogativo legittimo per coloro che hanno segnalato l’ennesima violazione e per i poliziotti che hanno inoltrato al Comune la richiesta di revoca dell’autorizzazione per l’esercizio dell’attività, sulla base delle reiterate condotte illecite.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA