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Il retroscena

Catania, il quartier generale del crack all’interno della “stalla” blindata

Il racconto di un cliente della putia dello spaccio Cocuzza-Buda in via Palermo

Di Laura Distefano |

«Da una strada secondaria a via Palermo sono sceso davanti a un cancello in ferro forse aperto grazie al monitoraggio di una sistema di videosorveglianza, poi mi sono avvicinato a una porta sempre di ferro aperta all’interno un giovane. Gli ho dato 30 euro e mi ha consegnato lo stupefacente». Il racconto, sintetizzato, è quello di un cliente della putia dello spaccio Cocuzza-Buda. I pusher hanno trasformato una stalla nel quartiere generale del crack. Il retroscena emerge nella pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gip che ieri ha ordinato l’arresto di 18 indagati nel blitz Cemento.

La scoperta gli investigatori l’hanno fatta grazie, ancora una volta, alla telecamera installata in via Palermo. Dalla visione dei filmati sono stati notati diversi acquirenti che «percorrevano la strada di campagna costeggiante il torrente Acquicella alle spalle del civico 499 (dove abita Cocuzza) e facevano ingresso, poi, tramite il portoncino in ferro, nella “stalla” adibita a sede operativa dell’attività di spaccio». I poliziotti della squadra mobile per non lasciare nulla di intentato hanno più volte “fermato” gli acquirenti che in modo omertoso hanno fornito pochi particolari. Sarebbe stata sempre la prima dose. Una volta sono stati i pusher a essere seguiti: ma vedendosi scoperti sono fuggiti a bordo di una Fiat Punto imboccando ad altra velocità via Fossa della Creta. Arrivati all’asse attrezzato hanno gettato la droga. Tutto inutile. Gli agenti sono riusciti a bloccarli.

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