CATANIA. Cala definitivamente il sipario sull’inchiesta legata alla morte dell’ex presidente dell’Eni Enrico Mattei, il cui aereo privato, partito dall’aeroporto di Catania il 27 ottobre del 1962, dopo essere stato sabotato si schiantò poco prima di atterrare a Milano Linate (durante un violento temporale) precipitando in territorio di Bascapè, un comune in provincia di Pavia.
Un’ulteriore inchiesta era stata riaperta a Catania, per quello che venne da sempre definito “un delitto su commissione”, avvenuto in un periodo di grandi cambiamenti e di profonde trasformazioni in Italia nel campo delle risorse legate al petrolio e allo sviluppo di nuovi giacimenti. In particolare le indagini tentarono di chiarire il senso di alcune registrazioni effettuate a carico del boss Totò Riina, dalle quali sarebbe emerso che quel delitto sarebbe stato organizzato da esponenti della mafia catanese di allora, che avevano ricevuto l’ordine dalla mafia palermitana, per fare una cortesia alle organizzazioni mafiose americane.
Una ricostruzione “de relato” quindi, che a distanza di tempo e dopo varie e ulteriori verifiche, non ha però avuto conferme e riscontri ulteriori. Anzi sarebbe stato lo stesso super boss, considerato per anni il capo indiscusso di Cosa Nostra, a non confermare, smentendo di fatto queste rivelazioni a lui attribuite e negando qualsiasi indicazione e riferimenti specifici sulla materia. «Non so nulla di questa vicenda», avrebbe invece ribadito Riina interrogato sulla questione dai magistrati e dichiarando di come si sarebbe trattato di fatti lontani nel tempo e mai affrontati. A firmare la definitiva archiviazione del caso, chiudendo di fatto, una volta per sempre le indagini, è stato il presidente dei Gip di Catania Nunzio Sarpietro.