Catania, il Comune dichiara guerra alle sale scommesse e da gioco
Catania, il Comune dichiara guerra alle sale scommesse e da gioco
Delibera della Giunta municipale: sgravi fiscali per gli esercizi commerciali che decideranno di dismettere le slot machines. Bianco: gioco d’azzardo produce humus favorevole per la criminalità
La Giunta municipale di Catania ha adottato una delibera di indirizzo politico con cui è stato dato il via alla redazione di regolamenti, ordinanze e misure specifiche per limitare il numero delle sale scommesse e da gioco. Saranno approntati inoltre sgravi per gli esercizi commerciali che decideranno di dismettere le slot machines. ”Si tratta – ha detto il sindaco Enzo Bianco – di un atto di grande rilevanza perché il gioco d’azzardo può produrre un humus favorevole al controllo del territorio da parte della criminalità. Come è stato sottolineato anche dalla Direzione nazionale antimafia, maggiore è l’offerta del gioco, più semplice è per i clan praticare usura, riciclaggio ed estorsioni. Per questo, secondo quanto emerge, la mafia ha investito somme notevoli nel gioco d’azzardo, che consente non solo alti introiti, ma anche di ripulire denaro sporco. Quel che più ci preoccupa, poi, è il gioco d’azzardo patologico, che causa dipendenza e compromette l’equilibrio familiare, lavorativo e finanziario di tante persone. Queste potrebbero finire per diventare, attraverso l’usura, schiave della criminalità organizzata. Punteremo dunque, studiando opportune misure di vantaggio fiscale, alla riduzione del numero delle sale da gioco già autorizzate”. Il numero delle sale di scommesse e dei bar con slot machine a Catania è considerevole: oltre mille complessivamente. Circa trecento sono le sale di scommesse, e oltre la metà fino allora non controllate dai Monopoli sono “emerse” nello scorso febbraio entrando a far parte della rete. L’autorizzazione per l’apertura delle sale di scommesse compete alla Questura, mentre non vi è bisogno di alcuna autorizzazione per installare macchine per giocare. Occorre però esporre copia della Tabella dei giochi proibiti, redatta dal questore, e che dal febbraio del 2015 viene distribuita dal Comune e va affissa in circoli privati e bar dove sono installate slot machines. ”Nella tabella – ha aggiunto l’assessore alla Legalità Rosario D’Agata – viene riportato l’orario in cui si può giocare, che è opportuno ridurre come già la Questura ha già iniziato a fare, salvaguardando le attività imprenditoriali dove si trovano i giochi. Studi statistici dimostrano che gli italiani spendono per il gioco mediamente 1.431 euro all’anno e l’offerta di sale da gioco continua ad ampliarsi a scapito di altre attività commerciali. Tranne i compro oro, che nascono proprio nei pressi delle sale di scommessa. E poiché nel 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato legittimi i provvedimenti di Regioni ed Enti Locali contro le cosiddette ludopatie, abbiamo deciso di proporre questa delibera, anche perché la normativa sulla pubblicità del gioco d’azzardo e dell’accesso dei minorenni nelle sale da gioco risulta inadeguata”. Nella delibera, redatta con il direttore generale e responsabile per la Trasparenza e l’Anticorruzione del Comune Antonella Liotta, ci si propone di creare tavoli di coordinamento con rappresentanti di Prefettura, Questura, istituti scolastici, Agenzia delle entrate, Regione, Asl, Comuni, centri di formazione professionali, associazioni e parrocchie, destinando risorse economiche e umane per creaee percorsi di formazione sulle problematiche delle ludopatia e sull’uso responsabile del denaro. Un altro contributo alla nascita del documento è venuto dall’Associazione “Avviso Pubblico Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie’, che persegue la sensibilizzazione di amministratori locali e cittadini sui pericoli della dipendenza dal gioco d’azzardo anche con campagne nazionali come “Mettiamoci in gioco”, partita nel 2012. Nella delibera si ricorda inoltre come sul territorio italiano agiscano senza l’autorizzazione da parte dei Monopoli operatori stranieri con sede legale a Malta, Gran Bretagna eccetera, che gestisono seimila centri scommesse disseminati nel Paese e con un fatturato di quattro miliardi di euro all’anno che sfugge alla tassazione italiana. La delibera – in cui si chiede al Parlamento e all’Ars una più adeguata normativa per combattere il fenomeno attribuendo nuovi poteri ai Comuni – sarà inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, ai parlamentari eletti nelle proprie circoscrizioni territoriali, alla Commissione parlamentare antimafia, alle Commissioni Sanità e Finanze di Camera e Senato, all’Osservatorio nazionale contro il gioco d’azzardo, ai governatori delle Regioni, ai consiglieri regionali, al Prefetto di Catania, all’Anci, all’Upi e ad Avviso pubblico.