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Catania, esposto dei partigiani contro la messa per Mussolini

Catania, esposto dei partigiani contro la messa per Mussolini

Secondo l’Anpi, la celebrazione «è stata trasformata in una manifestazione inneggiante al fascismo». Padre Claudio si difende: «Fu solo una preghiera per un defunto» LA CHIESA FU IMBRATTATA - FOTO

Di Redazione |

CATANIA – L’Anpi provinciale di Catania ha presentato un esposto alla Procura di Catania a seguito della messa in suffragio di Benito Mussolini nel 70° anniversario della morte, celebrata il 28 aprile 2015 nella parrocchia di Santa Maria della Guardia di Catania. A renderlo noto è stata la stessa Associazione nazionale partigiani d’Italia. La celebrazione, sottolinea l’Anpi Catania, è stata «trasformata in una manifestazione inneggiante al fascismo». Prima della celebrazione la facciata esterna della chiesa venne imbrattata con insulti al fascismo e simboli del comunismo. L’esposto è stato presentato, spiega ancora l’Anpi Catania, «perché tali manifestazioni sono sanzionate penalmente dall’articolo 5 della legge 20 Giugno 1952 645 legge Scelba e dall’articolo 4 della legge 25 Giugno 1993 205 legge Mancino che punisce con la reclusione da sei mesi a due anni e con una multa» chi pubblicamente «esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».  

Ma padre Claudio, viceparroco della chiesa di Santa Maria della Guardia di Catania, dove si celebrò la Messa, non ci sta a passare per un fascista. «Ma quale apologia del fascismo, queste sono illazioni e cose fuorvianti al 100%, non c’è stata nessuna apologia – ha detto padre Claudio -, si è trattato di una semplice preghiera per un defunto, senza nessun’altra intenzione. Ma come si fa a scambiare il ruolo di una liturgia eucaristica per un’apologia. Io non vado a sindacare i meriti o le colpe di quella persona, non tocca a me, a me hanno solo chiesto una messa. Del resto se la chiesa si mettesse a sindacare l’operato di ogni persona per dire chi se lo merita e chi no… ».   

È stato proprio Padre Claudio, 73 anni, a celebrare la messa tirata in ballo dall’Anpi di Catania. «Come altre volte ci era stata richiesta una messa, un momento religioso, una messa normale di suffragio di quelle che si fanno per i defunti senza apologie ma come preghiera – spiega padre Claudio – A chiedere di ricordare Mussolini durante la messa sono state persone che sono di destra, però bisogna un pò distinguere. Io sono stato parroco per 33 anni, c’erano persone semplici che conosco da una vita, a cui ho fatto la comunione, la cresima, per me è stata una cosa naturale accettare senza andare a pensare che potesse scaturire tutta questa problematica».  

Ed è stato sempre padre Claudio la sera prima della messa a trovare la porta della chiesa imbrattata. «La sera prima, verso le 22, per una situazione fortuita, ho visto che erano state imbrattate le porte piccole della chiesa con una falce e un martello e con un’espressione contro il fascismo – spiega il viceparroco – Poi era stata tirata contro la porta una bottiglia di vetro contenente un liquido puzzolente per rendere la chiesa inagibile. A quel punto ho chiamato la Digos avvisando di quanto era accaduto. Sul posto è intervenuta anche la Scientifica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA