«Abbiamo eliminato tutte le potenziali fonti di pericolo per la popolazione». Ha detto il vice sindaco Marco Consoli intervenuto per l’Amministrazione comunale dopo l’esplosione della bombola, probabilmente di un fornello a gas, in terreno di proprietà della società Istica nell’area di Corso dei Martiri della Libertà. La forte esplosione, avvertita da molti, ha provocato un incendio spento dai Vigili del Fuoco. «L’Amministrazione comunale – ha detto Consoli – ha più volte sollecitato sia l’Istica sia la Tecnis, proprietaria di un altro terreno dove si trovavano delle baracche, sottolineando la necessità di sgomberare l’area per evitare pericoli per gli stessi occupanti e per la popolazione. Avevamo sollevato l’argomento anche nell’ultima riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. L’esplosione ci ha dato la possibilità di intervenire, dopo aver chiesto l’autorizzazione sia all’Istica sia alla Tecnis, per bonificare l’area».
Sull’accaduto è intervenuto l’on. Angelo Attaguile, segretario nazionale e coordinatore in Sicilia di “Noi con Salvini”, con una nota per invitare allo sgombero: «Si è tollerata irresponsabilmente – spiega – sin troppo una situazione di totale illegalità che crea pericoli per i catanesi e per gli stessi. Auspico che al più presto venga sgomberato il campo rom e ripristinata una situazione accettabile d’igiene e legalità anche al fine di scongiurare ulteriori pericoli per chi vive o si trovi a passare nell’area in questione. Ritengo opportuno che si dia un brevissimo preavviso agli abusivi del posto e poi s’intervenga se necessario, naturalmente dopo aver sgomberato l’area dalle persone, con le ruspe»
Sul tema delle responsabilità è invece intervenuto il “Codici” (Centro per i Diritti del Cittadino) Sicilia. «A quasi un anno dal terribile rogo che ha interessato le baraccopoli di Zia Lisa e di viale Afrida – spiega la nota firmata dall’avvocato Manfredi Zammataro segretario del centro – si ripropone lo stesso problema. In quell’occasione evidenziammo le responsabilità dell’amministrazione comunale. Per l’ennesima volta pertanto riproponiamo al Sindaco di Catania le stesse domande fatte l’anno scorso: come mai in questi anni il Comune di Catania ha consentito la presenza indisturbata sul territorio di queste baraccopoli del tutto abusive, non provvedendo invece – come da noi più volte sollecitato e come richiesto dall’Europa – alla realizzazione di un “piano nomadi” che prevedesse lo sgombero delle quattro baraccopoli abusive per concentrare gli occupanti in un solo campo di transito, dotato di acqua corrente, energia elettrica e servizi igienici e procedendo a rimpatriare quei cittadini che, dopo tre mesi, non dimostrino di avere un’occupazione stabile? Come mai si è consentito in questi anni l’accumulo indisturbato di rifiuti e detriti all’interno di queste aree senza che vi fosse alcun intervento costante di pulizia e controllo così da renderle delle zone franche oltre che delle vere e proprie bombe ecologiche? Con l’auspicio che questa volta l’amministrazione comunale si attivi e non permetta più che cose del genere accadano».