CATANIA – Mentre all’Assemblea regionale la seduta del 6 dicembre, per l’esame delle variazioni di bilancio, si preannuncia rovente col rischio di uno slittamento a gennaio dei fondi destinati a Catania, il sindaco Pogliese, per garantire almeno due stipendi entro la metà di questo mese ad oltre seimila lavoratori, ha “riaperto” ieri la strada del governo centrale incontrando il sottosegretario all’Interno, Stefano Candiani (ieri in prefettura per un incontro col prefetto, Claudio Sammartino). Pogliese ha chiesto al componente del governo una corsia preferenziale per il versamento dell’ultima tranche del fondo di solidarietà statale che per Catania ammonta a 29 milioni. Il primo cittadino ha ricordato a Candiani che qualche giorno fa la direzione centrale del Dipartimento delle finanze ha provveduto all’erogazione del saldo del fondo, per permettere di trasferire le risorse ai Comuni.
«A questo punto – ha spiegato il sindaco – ho chiesto al presidente del Consiglio comunale, Castiglione, di anticipare al 3 dicembre la trattazione in Aula del conto consuntivo. E già dal giorno successivo trasferiremo il documento al ministero per ottenere, nel volgere di pochi giorni, l’erogazione del fondo che ci spetta». Quindi il primo cittadino ha aggiunto che nonostante le fibrillazioni dell’Assemblea regionale ha ricevuto garanzie sullo stanziamento dei fondi deliberati, 10 milioni a fondo perduto più all’incirca altri 10 di anticipazioni 2019: «Mi è stato detto alla Regione che la cassa regionale chiuderà soltanto dopo che questi fondi saranno stati erogati…».
Intanto con 29 milioni statali (che alla fine potrebbero arrivare prima di quelli regionali) il sindaco – che si è detto fiducioso su entrambi i fronti – intende pagare ragionevolmente entro dicembre due mesi ai lavoratori e poi attendere anche i fondi della Regione – all’incirca altri 20 milioni – per saldare il mese di dicembre e le tredicesime. E’ comunque una corsa contro il tempo perché tradizionalmente questo è il periodo più importante per dare una boccata d’ossigeno all’economia della città e non si intende far trascorrere il Natale a quasi diecimila famiglie senza rassicurazioni.
«Questa situazione stiamo cercando di sbloccarla perché in un contesto natalizio la città deve ripartire – ha aggiunto Pogliese -. Ho poi detto al sottosegretario Candiani che il nostro problema è quello della liquidità e ho chiesto che il governo preveda una erogazione bimestrale del fondo di solidarietà che ci spetta per il 2019. Noi non possiamo certo aspettare maggio per l’erogazione della prima tranche…».
Dal sottosegretario sarebbe arrivata massima apertura per l’erogazione della tranche del fondo che spetta a Catania e poi l’apertura verso alcune misure legislative sulla riscossione dei tributi, per venire incontro ai Comuni e soprattutto a quelli in dissesto. Sembra anche che il provvedimento che prevede l’inserimento della Tari in bolletta potrebbe essere inserito in un maxiemendamento del governo alla legge di Stabilità.
Il sottosegretario Candiani ha poi commentato la situazione di Catania: «Non prevediamo corsie preferenziali per Catania. Non possiamo favorire un Comune e trascurarne altri. C’è però la nostra garanzia di seguire la questione del dissesto catanese in maniera molto preoccupata e molto presente. Abbiamo inserito i fondi nella legge di Bilancio che consentiranno ai commissari di gestire la massa passiva. E’ evidente pero che occorre molta pazienza e soprattutto molta concretezza. Non siamo davanti a un dissesto da cento milioni – che sarebbe già un cifra consistente – ma davanti a un miliardo e 600 milioni di debiti. Ed è una cifra, lo dico sinceramente, che angoscia. Non stiamo parlando solo dei dipendenti comunali, ma di una intera economia…».
Quindi il sottosegretario è tornato, come aveva fatto in passato, sulle responsabilità di un simile disastro: «Mi piacerebbe anche – ha puntualizzato – che in questo contesto si parlasse delle responsabilità di una simile situazione. Si tende troppo spesso a scivolare su questa vicenda, purtroppo anche in ragione dell’emergenza. Ma se non ricostruiamo un percorso di responsabilità, situazioni come queste si ripresenteranno in futuro e noi non lo vogliamo».