Catania, in due in carcere dopo aver tentato di rapinare arma a una guardia giurata a novembre

Di Redazione / 12 Dicembre 2024

Avevano tentato una rapina, aggravata dall’aver agito in più persone riunite e aggredendo e minacciando di morte una guardia giurata nel quartiere di San Berillo. Queste le motivazioni che hanno portato in carcere Carmelo Bonaccorso (classe 1991) e Santo Musumeci (classe 1996). La Squadra Mobile di Catania ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica lo scorso 4 novembre. Le indagini avevano permesso di acquisire, allo stato degli atti e in una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese e valendo dunque la presunzione d’innocenza, elementi indiziali che dimostrerebbero il coinvolgimento degli indagati nel grave episodio.

I due si sarebbero affiancati al motociclo condotto dalla guardia giurata spingendolo per farlo cadere, avrebbero. Sarebbero poi arrivate le minacce di morte , con l’intimazione di consegnare loro l’arma d’ordinanza. Il tentativo non è però riuscito, sia per la reazione della guardia giurata, sia per il pronto
intervento di una pattuglia della Polizia, casualmente presente nella vicinanze. Gli agenti sono poi riusciti a fuggire nonostante i due fossero stati bloccati, sempre all’interno del quartiere San Berillo, da
seconda pattuglia della Polizia di Stato.

Le ulteriori indagini, basate sul racconto dalla vittima e sull’analisi dei filmati registrati dai sistemi di
videosorveglianza ubicati nell’area interessata dal tentativo di rapina e lungo il percorso intrapreso durante il successivo inseguimento, hanno poi permesso alla Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Squadra Mobile, di risalire all’identità dei due indagati basandosi anche su accertamenti riguardanti iI modello e la targa del motociclo utilizzato durante l’azione delittuosa nonché gli indumenti indossati dai fuggitivi. In considerazione della gravità del quadro indiziario, il giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine ha quindi disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.

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Pubblicato da:
Leandro Perrotta