Si tratta di Camillo Nicotra, 59 anni da compiere e di Alfio Principato, di 58, entrambi acesi e difesi dall’avvocato Antonino Lattuca. I due, che l’8 febbraio scorso furono arrestati e posti ai domiciliari, sono accusati di avere sottratto all’Azienda sanitaria provinciale quando erano in servizio all’ufficio ticket della struttura ospedaliera, rispettivamente 303.263,86 euro e 235.371,47 nel periodo compreso dall’1 gennaio 2013 al 27 febbraio 2018. Si tratta di somme che i pazienti versavano alle casse dell’ufficio ticket per prestazioni sanitarie eseguite nella struttura. I soldi venivano poi recuperati dai due, attraverso un meccanismo di rimborsi fittizi. Ad accorgersi dell’ammanco, per un totale di 538mila euro nei cinque verificati, fu la stessa Asp attraverso una serie di minuziosi controlli interni che portarono poi alla denuncia presentata dall’Azienda sanitaria, nel Marzo del 2018 e che fece scattare le indagini della Procura.
Per i due dipendenti infedeli, per i quali la Procura chiese il giudizio immediato e oggi sotto processo in abbreviato, l’accusa ha chiesto nell’udienza di ieri la condanna a cinque anni. L’Asp 3, rappresentata dall’avvocato Carmelo Calì, si è costituita parte civile e attraverso il proprio legale ha chiesto il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, perché sarebbe stata lesa l’immagine dell’Azienda fondata sul principio costituzionale del buon andamento pubblico amministrato.