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L'incidente mortale

Catania, Chiara come Danilo: la strada killer, il cavalcavia eliminato e il sottopasso mai realizzato

La tragedia di viale Andrea Doria. Dopo il dolore e il lutto, le polemiche per quell'attraversamento pericolosissimo: «Il problema non si risolve con un semaforo»

Di Laura Distefano |

Le lezioni alla Cittadella erano terminate intorno alle 19,30. Una chiacchiera con gli amici e poi, intorno alle 21,30, Chiara Adorno e il suo fidanzato avevano deciso di tornare a casa. Magari discutevano di cosa avrebbero mangiato quella sera. Mano nella mano per attraversare il viale Andrea Doria, sulle strisce pedonali davanti al distributore Eni. Uno sguardo alla strada, a sinistra e a destra. Poi la tragedia. Uno scooter li ha speronati scaraventandoli a terra. Quindi è arrivata una Fiat Punto e ha travolto Chiara, che è morta sul colpo. Questa la dinamica di quella che molti definiscono «una tragedia annunciata». Sei anni fa, il 24 luglio 2017, morì, sempre attraversando le strisce pedonali, un altro studente universitario. Danilo Di Majo era originario di Enna. Fu travolto da un pirata della strada che non è mai stato individuato. I genitori decisero di donare gli organi.

Quell’incidente mortale alzò un polverone sulla mancanza di sicurezza di quel tratto stradale. Polemiche e promesse, che sono rimaste parole al vento. Eppure nel punto in cui si sono infranti i sogni di Chiara, 18enne e matricola del corso di laurea in Scienze Biologiche, un tempo c’era un passaggio sopraelevato. «Fu una conquista degli studenti, ma quando hanno realizzato il sottopasso del viale Fleming è stato smontato, senza un reale motivo secondo me», racconta a La Sicilia Alfredo Lo Presti, sindacalista Uil dell’Università etnea. «Io lavoro alla Cittadella e dalle finestre dei laboratori guardo ogni giorno quel pezzo di circonvallazione dove quotidianamente arrivano decine di segnalazioni per incidenti e tamponamenti».

Interventi urgenti

Il sindacalista chiede interventi urgenti per garantire sicurezza agli studenti e ai lavoratori. Eppure, sarebbe bastato essere più accorti nella progettazione della nuova viabilità del viale Fleming. Sarebbe bastato creare anche un semplice sottopasso pedonale nel momento in cui hanno costruito il sottopasso carrabile. E invece in pochi anni si sono già contati due studenti morti. Anche se le lapidi con i nomi dei pedoni travolti mentre attraversano le strisce in città sono molte di più.

«È arrivata l’ora che le istituzioni si sveglino – dice Lo Presti – e mettano in campo azioni infrastrutturali serie e programmate. Non può ridursi tutto a un semaforo, non si risolve così il problema sicurezza. E l’amministrazione dell’Ateneo deve spingere per un intervento anche se l’attraversamento pedonale è fuori dai confini universitari». Da qualche tempo si parla di un «progetto di un ponte pedonale che collegherebbe la Cittadella con la fermata Milo della metropolitana. Ma anche su questo non abbiamo visto iniziative concrete ma altre parole. Il tempo è scaduto dopo quello che è successo. Non possiamo piangere altri studenti. Non possiamo assistere inermi davanti a queste tragedie».

L’appello lanciato ha già ricevuto un primo segnale da parte del rettore Francesco Priolo, che ha chiesto un’azione sinergica (leggi pezzo nell’altra pagine) da parte degli attori coinvolti.

La circonvallazione – va detto – è sempre stata una sorta di pista da corsa. Guardando anche i social, come TikTok, si possono notare live di motociclisti che si “vantano” della velocità con cui viaggiano da Misterbianco verso Ognina e viceversa. Ieri un automobilista, commentando le foto dell’incidente condivise nella pagina di “Lungomare Liberato”, ha raccontato che poco prima aveva evitato per puro miracolo due giovani con lo scooter che andavano controsenso nella zona vicino alla farmacia che porta alla Scogliera.

La provocazione

Il sindacalista Uil arriva a fare una provocazione: «Secondo me la circonvallazione va considerata come un’arteria viaria secondaria, come la Tangenziale e le autostrade, e vanno vietati gli attraversamenti pedonali. Forse solo così fermeremo questa emorragia». Un intervento drastico, ma che secondo Lo Presti sarebbe una soluzione necessaria in attesa di un intervento infrastrutturale serio.

Chiara in quelle strisce pedonali ha lasciato i suoi sogni. La giovane di Solarino voleva cambiare questo mondo che ha perso il contatto con la natura. Una delle sue ultime foto social era proprio lo scatto di una passeggiata alla scoperta dei tesori paesaggistici della nostra terra.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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