Cronaca
Catania, certificazioni false per le invalidità, due medici in carcere e tre ai domiciliari
Visite “aggiustate” per facilitare la percezione di pensioni di invalidità e di indennità di accompagnamento a chi non aveva diritto. E stamattina le manette sono scattate per sei medici al termine delle indagini della Procura di Catania che vede indagate complessivamente 21 persone accusate a vario titolo e in concorso di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria e i provvedimenti cautelari sono stati firmati dal Gip del Tribunale di Catania. In carcere sono finiti Giuseppe Blancato di 69 anni, Antonino Rizzo di 68 anni, mentre gli arresti domiciliari sono stati disposti per Sebastiano Pennisi di 58 anni, Carmelo Zaffora di 61 anni, e Filippo Emanuele Natalino Sambataro di 62 anni. Per un sesto medico, Innocenza (detta Barbara) Rotundi di 55 anni c’è il divieto di esercitare l’esercizio della professione medica per mesi dodici.
Le persone destinatarie della misura cautelare sono medici generici e specialisti (Antonino Rizzo è un reumatologo e medico di medicina generale, Giuseppe Blancato, è un medico di medicina generale, noto per essere stato individuato come il medico che curò il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza, fatto per il quale venne assolto) e alcuni dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania e strutture sanitarie convenzionate (Carmelo Zaffora, psichiatra, direttore del modulo complesso Catania Nord del dipartimento di Salute Mentale di Catania, Sebastiano Pennisi è fisiatra, all’ASP di Catania, Poliambulatorio di Ramacca e Filippo Emanuele Natalino Sambataro è cardiochirurgo alla Clinica Convenzionata Centro Cuore Morgagni di Pedara e presidente del Consiglio Comunale di Paternò).
L’indagine riguarda il periodo tra l’ottobre del 2018 e il gennaio del 2020 quando, secondo l’accusa, è stato realizzato un sistema criminale – per dirla con le parole della Procura etnea – diretto a far conseguire ai loro assistiti, generando certificazioni ideologicamente false e amplificando la portata di talune patologie, le indennità di accompagnamento o le o pensioni di invalidità, nonché tutti i benefici previsti dalla Legge 104 a favore di soggetti che, diversamente, non ne avrebbero avuto diritto.
Le investigazioni, avviate anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’Inps di Catania, hanno evidenziato le figure di Rizzo e Blancato i quali, nel seguire sin dall’inizio le pratiche di numerosissimi assistiti, finalizzate al riconoscimento di particolari e gravi patologie da parte delle varie Commissioni Mediche, sia dell’Asp che dell’Inps di Catania, si sono avvalsi di una fitta rete di colleghi specialisti (cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Asp di Catania) che, in cambio di denaro, compilavano certificazioni mediche alterate nella loro essenza se non del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità. Gli assistiti venivano anche indottrinati dai medici affinché in sede di valutazione innanzi le competenti commissioni mediche accentuassero le loro patologie e, in particolare, quelle concernenti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, inappropriatamente, presìdi sanitari (pannoloni, sedie a rotelle, stampelle, ecc…) al fine di palesare oltremodo la gravità della patologia in esame così, di fatto, inducendo in errore, in prima istanza la Commissione medica dell’Asp di Catania e, in sede di revisione, la Commissione Sanitaria dell’Inps di Catania.
L’organizzazione, ideata secondo la Procura da Blancato e Rizzo ha permesso a quest’ultimi di assicurarsi importanti benefici economici, nell’ordine di migliaia di euro mensili e, conseguentemente, ai loro assistiti di ottenere pensioni, esenzioni varie, e benefici di vario genere. Nel complesso le indagini hanno portato alla scoperta di dodici casi di falsi invalidi e di elementi di reità nei confronti di 21 persone (tra assistiti e altri medici).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA