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Catania, Amt spende 6 mln al mese ma in cassa ha solo 100mila euro…

Di Vittorio Romano |

CATANIA – «In cassa abbiamo trovato soltanto 100.000 euro e l’azienda ogni mese spende circa 6 milioni. Capite bene che alcuni recenti proclami non avevano fondamento e che la situazione contabile provvisoria – con dati previsionali al 30 settembre scorso – vede nel 2018 nessun risultato positivo di esercizio, con prospettiva di sostanziale pareggio o rischio di leggera perdita». L’ha detto il presidente dell’Amt, avv. Giacomo Bellavia, che ieri mattina nella sede di via Sant’Euplio ha tenuto una conferenza stampa insieme con gli altri due membri del Consiglio di amministrazione (insediatosi l’8 ottobre scorso), l’avv. Serena Spoto e la dottoressa Agata Parisi, per illustrare la situazione attuale dell’azienda e le prospettive di rilancio.

Diverse le criticità emerse nel corso dell’incontro con il nuovo Cda. Innanzitutto una drastica diminuzione di autobus in esercizio. Mediamente, dallo scorso luglio a oggi, su strada ne circolano circa 70 su 110 vetture programmate al giorno. Di conseguenza – ma dipende anche, e forse soprattutto, dai ritardi e dalle lunghe attese che devono sopportare i cittadini – si sono ridotti i passeggeri e, dunque, i ricavi: dai 14,8 milioni di spostamenti annui del 2013 si è passati a 13,4 milioni nel 2017. E i biglietti venduti in un mese rappresentano in media il 6% di quanto l’Amt spende: ricavi, cioè, per poco più di 300.000 euro, a fronte di 6 milioni di spesa. Molto poco, e la situazione è aggravata dai soliti, immancabili “portoghesi”, che sono il 40% di chi utilizza gli autobus. Cioè, quasi 1 su 2 non paga il biglietto. Per questo nei piani del nuovo cda «c’è una semplificazione degli abbonamenti – ha detto Bellavia – e la possibilità che anche il conducente del bus possa vendere i biglietti in vettura».

Ultima criticità secondo il nuovo Cda è l’organizzazione interna deficitaria. Mancano le figure dirigenziali apicali (da due anni non c’è un direttore generale) e della catena di comando a tutti i livelli e in tutti i settori aziendali. «L’unico dirigente rimasto in azienda, dopo diversi pensionamenti, è l’ing. Isidoro Vitale, responsabile del settore Produzione – ha precisato il presidente -. Per questo tra le prospettive di rilancio del cda c’è la riorganizzazione interna, che prevede una selezione delle figure apicali, l’adozione della macro e della micro struttura e la potenziale messa in servizio di nuovi conducenti».Questi ultimi saranno indispensabili perché, come ha detto Bellavia, «sta per partire il rinnovo del parco mezzi: 42 nuovi bus a metano arriveranno entro due settimane; altri 28, sempre nuovi e a metano, entro giugno prossimo e gli ultimi 40 entro dicembre 2019. Tra un anno, dunque, il parco mezzi sarà completamente rinnovato grazie a fondi europei».Con l’arrivo dei nuovissimi autobus bisognerà adottare un nuovo piano di rete. Saranno previste linee ad alta frequenza e più veloci per il centro; Brt e circolari di quartiere più capillari. «A breve – ha aggiunto Bellavia – presenteremo al Comune una prima bozza e poi apriremo la consultazione con i cittadini e le associazioni di categoria, da cui speriamo di avere preziosi suggerimenti».

Nei buoni propositi del nuovo Cda c’è anche altro. «Per esempio l’innovazione tecnologica, che vuol dire miglioramento dei servizi al cittadino. Il quale, tramite app dedicate, deve conoscere i tempi di attesa e gli orari dei bus e deve anche poter localizzare la vettura che interessa – ha detto il presidente -. Per far questo bastano piccoli accorgimenti, perché abbiamo già i mezzi e le professionalità interne adatte». C’è anche una gestione integrata della mobilità, ovvero una maggiore sinergia con Comune e Regione, ma anche con Fce e Trenitalia.

Infine le convenzioni con i Comuni cosiddetti di prima fascia, quelli cioè più vicini alla città capoluogo. Sono attive al momento quelle con Aci Castello, Mascalucia e San Pietro Clarenza, «ma abbiamo già contattato tutti gli altri sindaci, riscontrando grande interesse. Ci lavoreremo, senza naturalmente prescindere dall’adozione del nuovo piano di rete».

Per la cronaca, l’Azienda metropolitana dei trasporti, che vive naturalmente di trasferimenti – e che come tutte le aziende di trasporti, a eccezione di Milano e Venezia, ha più costi che ricavi – vanta un credito nei confronti del Comune di circa 30 milioni di euro, che presto sarà valutato serenamente con il sindaco Salvo Pogliese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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