Catania, all’università boom di immatricolazioni Rispetto allo scorso anno c’è un + 11,4 %

Di Pinella Leocata / 19 Gennaio 2016

Gli atenei italiani registrano un aumento delle immatricolazioni, dopo anni di flessione, talora drammatica. I primi dati parlano di 9.728 studenti universitari in più rispetto allo scorso anno accademico, pari al 3,2%. Un incremento in cui l’Università di Catania gioca un ruolo importante con i suoi 524 immatricolati in aggiunta rispetto al 2014/15, pari ad un incremento dell’11,4%. Incremento che sarebbe di gran lunga maggiore se non avesse inciso negativamente l’apparente «crollo» di Medicina (il cui numero di immatricolazioni è passato da 767 a 277, e in odontoiatria da 58 a 17) dovuto in realtà al fatto che l’anno scorso l’ateneo è stato obbligato da un’ordinanza del Tar ad iscrivere in sovrannumero ben 500 studenti che avevano fatto ricorso. Il dato di quest’anno è in linea con quelli degli anni precedenti fissati dal numero chiuso.

 

L’11,4% in più di immatricolazioni è un dato che segna la differenza con gli altri atenei dell’isola dove il numero è stazionario e che, al Sud, ha un equivalente in positivo con quello relativo al Politecnico di Bari dove si registra un incremento del 19,2%. Se si guardano i dati relativi ai vari dipartimenti risalta subito il raddoppio delle iscrizioni a Scienze e tecnologie agrarie, da 165 a 307 immatricolazioni, e a Scienze e tecnologie alimentari, da 133 a 395. «Un trend positivo che spero di lungo periodo – è l’analisi del rettore Giacomo Pignataro – e che si registra anche nelle altre università, legato non soltanto alla riscoperta del valore dell’agricoltura, ma anche alla nuova consapevolezza che l’agricoltura, e soprattutto l’industria agroalimentare, può essere un fattore di crescita per l’economia della Sicilia e del Paese. Ha inciso anche la recente importante crescita del settore del vino nella nostra regione, modello che può essere replicato in altri campi. E poi non va dimenticato che questo è stato l’anno dell’Expo dedicato all’alimentazione». Raddoppia anche Ingegneria informatica, che apre opportunità di lavoro trasversali, passata da 141 a 393 immatricolazioni, e un buon incremento si registra anche ad Ingegneria industriale, da 279 a 389. Inatteso, e ancora da valutare, il boom di Chimica passata da 60 a ben 223 immatricolazioni, mentre Chimica industriale raddoppia (da 57 a 151 immatricolazioni). Quello di Chimica è uno dei migliori dipartimenti dell’ateneo, e si attesta ad un buon livello anche in campo nazionale, ma, secondo il rettore, incide anche il fatto che questa disciplina adesso si occupa non solo della trasformazione dei prodotti industriali, ma dialoga con la biologia e ha una forte rilevanza nel campo della salute e persino in quello della conservazione e del restauro dei beni culturali.

E forse anche a questo si deve l’incremento delle iscrizioni in Beni culturali (da 154 a 238 immatricolazioni). Va rilevato che anche Filosofia raddoppia le proprie iscrizioni, da 86 a 161. Il rettore attribuisce la buona performace dell’ateneo a tanti fattori, primo tra i quali l’avere eliminato il numero chiuso in 16 corsi di laurea su 50. Questo ha consentito di cogliere una domanda che prima non trovava risposta, ma obbligherà l’ateneo a valutare se ritornare, l’anno prossimo, al numero chiuso perché vanno garantiti precisi standard nel rapporto docenti-studenti. Ha inciso anche una buona comunicazione delle attività dell’ateneo e alcuni servizi offerti agli studenti, primo tra i quali i fondi attribuiti al diritto allo studio, «sebbene questo non sia di competenza dell’Università». Nell’anno accademico in corso per il diritto allo studio sono stati stanziati 2,5 milioni di euro, contro l’1,6 dell’anno scorso.

 

Soldi destinati a circa 1.200 studenti sotto forma di collaborazione di lavoro part-time, 150 ore per dare una mano nelle biblioteche, in segreteria e nel servizio aule. E ancora buoni libro e contributi straordinari per gli studenti che si trovino all’improvviso in difficoltà economiche per la morte del capo famiglia o per la perdita del lavoro. Efficace anche il ruolo svolto dai tutor, spesso laureati che hanno finito il dottorato di ricerca e che supportano gli studenti del primo anno – quello di transizione dalla scuola all’università e dunque il più difficile – nelle esercitazioni e accompagnandoli nello studio in gruppi più rispetti. Infine, all’aumento delle immatricolazioni ha contribuito anche il blocco delle tasse, inalterate da quattro anni, e sotto la media nazionale. «Dati che ci gratificano – commenta il rettore Giacomo Pignataro – perché uno può aprire le porte, ma se non c’è nessuno che vuole entrare… Questo significa che l’Università di Catania ha mantenuto un’importante capacità di attrazione.

 

Dati su cui non ci culleremo, procederemo in una ulteriore qualificazione degli studi. Stiamo valutando una revisione dell’offerta formativa: alcuni corsi andranno mantenuti, altri sono da cambiare, se c’è una domanda. E dobbiamo andare avanti sul piano della capacità di ogni singolo docente di rispondere a quanto chiedono gli studenti. Bisogna investire di più sulla relazione docente-studente. E’ quello che ci chiedono i nostri iscritti».

Condividi
Pubblicato da:
Redazione
Tag: giacomo pignataro immatricolazioni