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Cassazione, estinto il giudizio su fermi con decreto Cutro

Il ricorso era stato presentato dal ministero dell’Interno e dal Questore di Ragusa contro la decisione del Tribunale di Catania di non convalidare i fermi di migranti

Di Redazione |

Le sezioni unite civili della Cassazione, con due ordinanze, hanno dichiarato «estinto il giudizio» sul ricorso presentato dal ministero dell’Interno e dal Questore di Ragusa contro la decisione del Tribunale di Catania di non convalidare i fermi di migranti in applicazione del cosiddetto decreto Cutro. La decisione segue la scelta del ministero dell’Interno e del Questore di depositare la rinuncia al ricorso chiedendo «la dichiarazione di estinzione del giudizio» ritenendo che sia «venuto meno il loro interesse all’impugnazione in ragione della irreperibilità» dei migranti destinatari del provvedimento e dal «sopravvenuto nuovo decreto interministeriale che ha introdotto una nuova disciplina integrativa». Le sezioni unite civili della Cassazione hanno anche disposto «il ritiro della domanda di pregiudiziale” presentata alla Corte di giustizia europea e dichiarati assorbiti i ricorsi incidentali.I giudici di Strasburgo erano stati chiamati a pronunciarsi in via d’urgenza sulla garanzia finanziaria di circa 5mila euro che un richiedente asilo deve versare per evitare di essere trattenuto in un centro alla frontiera in attesa dell’esito dell’iter della domanda di protezione. La Corte di giustizia europea, su parere dell’avvocato generale, lo scorso 26 febbraio non ha accolto la domanda pregiudiziale avanzata dalla Corte di Cassazione sull’applicazione del decreto Cutro decidendone la trattazione con la procedura ordinaria, non iniziata.«Il ritiro della domanda di pronuncia pregiudiziale – affermano le sezioni unite civili della Cassazione nelle due ordinanze – non ingenera dubbi neppure riguardo all’estensione delle competenze della Corte di giustizia, visto che, a fronte del ritiro, resta sempre affidata alla valutazione della Corte la decisione sul se pronunciarsi o meno».

«La questione rimane aperta, non si è risolta – ha commentato l’avvocato Rosa Emanuela Lo Faro, del foro di Catania, che assiste alcuni dei migranti interessati dal provvedimento – anche se l’Esecutivo ha modificato quello precedente, il decreto presenta aspetti di non conformità alla Costituzione e alle leggi internazionali. Non ci sono misure alternative diverse dalla esibizione del passaporto o altro documento equipollente e dalla garanzia economica e ciò costituisce un ‘vulnus’ per i richiedenti asilo. Ho già presentato ricorso contro le convalide avvenute a Porto Empedocle, nell’Agrigentino, e la Cassazione dovrà ancora una volta chiarire la questione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA