IL GIALLO DI PIAZZA ARMERINA
Caso Larimar, i genitori davanti al pm per respingere la tesi del suicidio. E intanto prime perizie sui 10 telefonini sequestrati
Secondo la famiglia la 15enne non si sarebbe tolta la vita, impiccandosi, ma sarebbe stata uccisa
E’ in corso l’audizione, presso la Procura per i minori di Caltanissetta, di Johary e Roberto, i genitori di Larimar, la quindicenne trovata morta nella pineta della casa a Piazza Armerina, dove viveva con la famiglia. Il procuratore, Rocco Cosentino, ha accolto la richiesta del legale della famiglia, Milena Ruffini, del foro di Busto Arsizio, e ha convocato, dopo un precedente rinvio, i familiari della ragazza per i quali Larimar non si sarebbe tolta la vita, impiccandosi, ma sarebbe stata uccisa.
Intanto stamani alla squadra mobile della questura di Enna, alla presenza di personale specializzato del servizio centrale operativo della polizia di Stato di Roma , si sarebbero svolte le prime operazioni peritali sui 10 telefonini sequestrati ad amici, compagni di scuola e conoscenti della quindicenne e sul telefono e il computer di Larimar, con estrazione della copia forense, a caccia di quelle immagini intime, presumibilmente diffuse poi via chat, che potrebbero avere spinto la giovane verso un gesto estremo. Era presente anche l’ausiliario del perito di parte, la famiglia ha nominato Paolo Reale che si è occupato del caso di Alberto Stasi, Antonio Roberto Consalvi.
Larimar era stata trovata morta dalla madre, legata ad un albero, con la corda al collo, al ventre e ai piedi, lo scorso 5 novembre. I genitori erano andati a prenderla da scuola prima della fine della lezione, subito dopo una furiosa lite con una compagna. La giovane, non appena salita in macchina aveva confessato alla mamma che a scuola era successa una cosa terribile. Ma l’arrivo del padre aveva congelato la conversazione. I genitori l’avevano poi accompagnata a casa e si erano allontanati solo 45 minuti per delle commissioni, prima di trovarla morta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA