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Nel Ragusano

Caso ivoriano scomparso ad Acate approda al Senato e all’Ars

Daouda era uscito da un cementificio, dove aveva lavorato senza regolare contratto, poco dopo le 15 e da quel momento si sono perse le sue tracce. 

Di Redazione |

La vicenda di Daouda Diane, l'ivoriano scomparso ad Acate il 2 luglio scorso, approda in Parlamento. Daouda era uscito da un cementificio, dove aveva lavorato senza regolare contratto, poco dopo le 15 e da quel momento si sono perse le sue tracce. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo contro ignoti per i reati di omicidio e occultamento di cadavere. Le indagini sono condotte dai carabinieri. Daouda, peraltro, sarebbe dovuto tornare in Costa d’Avorio il 22 luglio, ma anche se aveva acquistato il biglietto non è mai salito su quell'aereo . Il senatore 5 Stelle Fabrizio Trentacoste ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno per segnalare l'accaduto e chiedere l’attenzione del governo sulla vicenda, ma anche sulla condizione dei lavoratori stranieri sfruttati e spesso senza regolare contratto «elemento che abbassa i salari e mette i lavoratori in una condizione di continua ricattabilità», privandoli «dei necessari diritti minimi».

La deputata regionale 5 Stelle Stefania Campo ha presentato un’interrogazione, firmata anche dagli altri componenti del gruppo parlamentare all’Ars, per denunciare le difficili condizioni di lavoro di molti stranieri nella fascia trasformata. «Ricordo la morte di un giovane straniero in un incidente stradale – spiega Campo – o la vicenda della ragazzina tredicenne abusata. Da tempo i sindacati e le associazioni di volontariato cercano di tutelare lavoratori e lavoratrici delle campagne del ragusano, che vivono in una situazione di isolamento, spesso in alloggi inadeguati, in pessime condizioni igienico sanitarie e lontani dai centri abitati». Nell’interrogazione, rivolta al presidente della Regione e all’assessore per la Famiglia, le Politiche Sociali e il Lavoro, Stefania Campo chiede delle verifiche sulla situazione lavorativa di Daouda, che sembra lavorasse in nero (anche se l'azienda, il cementificio SGV ha smentito) e chiede l'intervento dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail, oltre che del MIl dei carabinieri, ma anche di potenziare i controlli degli ispettori del lavoro nelle aziende agricole, riorganizzando gli uffici e attivando iniziative per promuovere l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e organizzare e gestire i flussi di manodopera regionale». Dopo l’assemblea sindacale di ieri sera ad Acate, i lavoratori stranieri della sigla Usb, coordinati da Michele Mililli, hanno lanciato un appello alla magistratura, chiedendo «perché l'azienda dove ha lavorato Daouda non è stata sottoposta a sequestro?» E aggiungono: «Sono state visionate tutte le telecamere che da casa di Daouda conducono all’azienda? " Altro punto affrontato durante l’assemblea è stato il tema dello sfruttamento lavorativo a cui sono sottoposti migliaia di lavoratori e di lavoratrici.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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