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Carcere duro, arriva decalogo su come trattare i detenuti

Di Redazione |

PALERMO – A 25 anni dalla introduzione del regime carcerario duro per i boss arriva per la prima volta una circolare che regolamenta la quotidianità della vita dei detenuti. Il provvedimento, una sorta di decalogo, mira a rendere omogeneo il trattamento dei carcerati al 41 bis di tutti gli istituti di pena. E’ stato sottoscritto dal Direttore Generale dei Detenuti e del Dipartimento, Roberto Piscitello, vistato dal capo del Dipartimento Santi Consolo e condiviso con il Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo. 

I diritti ed i doveri dei detenuti al 41 bis sono dunque ora stabiliti a livello centrale attraverso una serie di regole valide per tutti, in modo da evitare differenze nel trattamento carcerario che possano anche creare posizione di potere. Finora, infatti, la vita dei boss in regime di detenzione speciale era disciplinata genericamente dalla norma del 41 bis che nel tempo, proprio perché generica, ha richiesto l’intervento dei tribunali di sorveglianza per una specificazione.

Dalla tv alle pentole: cosa cambia

Gli aspetti principali della circolare riguardano le modalità di contatto dei detenuti con la comunità esterna, con particolare riferimento ai colloqui con i minori; il dovere del direttore dell’istituto di pena di rispondere entro termini ragionevoli alle istanze dei detenuti; la limitazione delle forme invasive di controllo dei carcerati ai soli casi in cui sia necessario ai fini della sicurezza. E ancora la possibilità di tenere in cella libri ed altri oggetti utili alla formazione (è allo studio la possibilità di distribuire libri elettronici); la possibilità di custodire effetti personali di vario genere, anche allo scopo di favorire l’affettività dei detenuti ed il loro contatto con i familiari. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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