Caltanissetta, la mafia dietro i lavori al Palazzo di Giustizia: 9 indagati

Di Redazione / 24 Giugno 2020

CALTANISSETTA – Un’inchiesta antimafia coinvolge anche un imprenditore antiracket e un’impresa che sta realizzando dei lavori nel Palazzo di Giustizia di Caltanissetta. La Dia di Caltanissetta sta eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure interdittive e di arresti domiciliari, emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica nissena, nei confronti di 9 persone, a cui sono stati contestati i reati di bancarotta fraudolenta e concorso nel reimpiego di beni di provenienza illecita. Tra gli indagati un imprenditore messinese, già condannato per reati di mafia e destinatario dell’odierna misura degli arresti domiciliari, ed uno napoletano, impegnato nell’associazionismo industriale e nell’antiracket.

Le misure interdittive. Divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per Gianpiero Falco, 55 anni noto imprenditore di Napoli, rappresentante di società private e pubbliche, impegnato nell’associazionismo industriale e nell’antiracket; per Michele Iraci Cappuccinello, 46 anni, ed il fratello minore Giacomo (45 anni) entrambi imprenditori originari della provincia di Messina ma da tempo residenti a Caltanissetta; per Aldo Domenico La Marca, 47 anni di San Cataldo; per Angelo Romano, 53 anni di Catania per per Carlo Giunta, 51 anni di Messina.

Arresti domiciliari. Già condannato per reati di mafia nuovi guai giudiziari per Francesco Scirocco, 54 anni di Gioiosa Marea (in provincia di Messina) per il quale il Gip del Tribunale di Caltanissetta ha disposto gli arresti in casa. 

Le aziende sequestrate.  Disposto il sequestro per un milione e mezzo di euro. Sequestrate le quote sociali e l’intero patrimonio del consorzio stabile “Virgilio”, con sede legale a Napoli, nonché delle società “Cantieri Generali s.r.l.”, con sede a Caltanissetta, e “Polime s.r.l.”, di Messina, poiché ritenute strumentali alla commissione del reato di reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. 

L’indagine della Dia. Gli uomini della Direzione investigativa antimafia hanno iniziato ad indagare dall’analisi di alcuni fatti di rilevanza penale riguardanti il consorzio stabile “CO.RO.IM.”, all’epoca presieduto da Angelo Romano, che si era aggiudicato commesse pubbliche di notevole importanza, tra cui l’ampliamento del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta, la manutenzione ordinaria e straordinaria del Policlinico Universitario di Messina e l’ampliamento dell’area di servizio autostradale milanese di Zenone est: prima i fallimenti a catena di alcune società nissene componenti il predetto consorzio, in particolare la “Impreter s.r.l.” e la “G.M.I. s.r.l.”, riconducibili ai fratelli Iraci Cappuccinello, le quali subivano, altresì, azioni distrattive in favore della “Cantieri Generali s.r.l.”, società anch’essa facente capo ai fratelli Iraci; poi il fallimento dello stesso consorzio stabile “CO.RO.IM.”, con distrazione prefallimentare delle risorse produttive (nella forma dell’affitto di ramo d’azienda, comprensivo degli appalti pubblici aggiudicati) in favore del consorzio stabile “Virgilio”, già con sede a Catania, all’epoca presieduto dall’imprenditore campano Gianpiero Falco.

Gli approfondimenti della Dia sono stati sviluppati attraverso l’esecuzione di accertamenti bancari, riscontri societari, intercettazioni telefoniche, esame di persone informate sui fatti ed acquisizioni documentali presso la stazione appaltante, costituita dal Provveditorato Regionale delle Opere Pubbliche di Palermo, ed altri uffici della Pubblica Amministrazione. Gli inquirenti si sono focalizzati sulla progressiva emersione, nella fase esecutiva degli appalti, di soggetti appartenenti alle sfere mafiose, quale espressione occulta dei consorzi “CO.RO.IM.” e “Virgilio”. Nella circostanza, spiccava la figura di Francesco Scirocco, imprenditore messinese condannato per concorso esterno nel reato di associazione mafiosa, vicino sia alla famiglia dei “Barcellonesi” che a quella di “Tortorici” dei Bontempo Scavo.

Con riguardo al reato di reimpiego di beni di provenienza illecita nel consorzio stabile “Virgilio”, risultano indagati lo stesso Francesco Scirocco, Carlo Giunta (dal febbraio 2015 Consigliere del predetto consorzio, nonché amministratore unico della società cooperativa “Eco Ambiente”, socio di maggioranza del “Virgilio”), Aldo Domenico La Marca (dal settembre 2012 Direttore Tecnico del consorzio e dal febbraio 2015 al marzo 2016 Consigliere), nonché altri soggetti non raggiunti dalle misure disposte dal Gip.

Nel 2016, nell’ambito delle attività investigative, la Dia di Caltanissetta, previa autorizzazione della Procura nissena, ha inviato all’Anac un articolato rapporto che ha determinato l’emissione di un provvedimento interdittivo di sospensione all’esercizio dell’attività di attestazione (S.O.A.), nei confronti dell’ente “Pegaso Organismo di attestazione S.p.a.” con sede a Napoli.

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