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Caldo, rifiuti, incendi: Sicilia nella morsa di 3 emergenze, l’isola è una polveriera

Tra ondate di calore, roghi e cumuli di immondizia situazione invivibile nel pieno della stagione turistica

Di Alfredo Zermo |

Sono giorni davvero critici per la Sicilia, nella morsa di tre emergenze che stanno mettendo a dura prova la popolazione e le istituzioni. Il caldo record, il caos rifiuti e gli incendi hanno reso l'Isola una polveriera pronta a esplodere tra ondate di calore insopportabili, montagne di spazzatura che crescono insieme con il rischio igienico sanitario e roghi da paura.

Quello di oggi dovrebbe essere il giorno più caldo di questa ondata di calore che sta investendo la regione ormai da alcuni giorni. La Protezione Civile regionale ha diffuso un bollettino di allerta per rischio incendi e ondata di calore valevole dalle ore 0.00 del 29 giugno per le successive ventiquattro ore. Le situazioni da bollino rosso secondo la Protezione civile della Regione siciliana sono in provincia di Catania e Siracusa. Nelle altre province l'allerta è arancione. Ma il bollettino del ministero da allerta rossa anche domani su Catania, Messina e Palermo. Sono previste temperature altissime con picchi di 40 gradi, ma nell'entroterra il termomotetro potrebbe arrivare anche a 44/45 gradi. Numeri che potrebbero far vacillare il record europeo di caldo dell’anno scorso raggiunto a Floridia in provincia di Siracusa: l’11 Agosto 2021 furono toccati 48,8°C battendo il precedente record di 48°C ad Atene nel 1977.

Strettamente concatenata con l'afa è poi l'emergenza incendi.  Sul fronte degli roghi il bollettino nazionale dei vigili del fuoco di ieri parlava di 10.336 interventi, con la maggior parte dei roghi registrata in Sicilia. E' stata una lunga giornata rovente con le squadre antincendio di vigili del fuoco, personale della forestale e protezione civile impegnate in numerosi roghi appiccati durante l’intera giornata.

Fiamme sono state appiccate a Monte Troina nel comune di Bisacquino, a Ficarazzi in via Sammartino, a Terrasini in contrada Bagliuso, a Trabia in contrada Giardinello, a Piana degli Albanesi, in contrada Scesi nei pressi della provinciale 5, a Termini Imerese in contrada Giardinello a Misilmeri in contrada agriturismo Case Varisco, nel palermitano. Incendio pure a Naso (Me), in contrada Ficheruzza, a Favara (Ag) in via San Giovanni Rotondo, ad Acireale (Ct) in via Pasiano, a Pachino (Sr) in contrada Granelli, a Troina (En), in via Angibé nei pressi dell’oleificio Agrima e in via Ancipa, a Licata (Ag) in contrada Pernice nei pressi dell’agriturismo Colle D’Oro, a Relamonte (Ag) in contrada Rina Cannameli, a Catania, in via Nuovalucello, a Petraperzia (En) due grossi incendi uno in contrada Rocche, e uno in contrada Serre. 

Roghi colpa del caldo, del vento, della siccità, ma anche dell'uomo. «Gli incendi non sono provocati dalle alte temperature ma da criminali – è l'allarme di Coldiretti Sicilia –  Non possiamo permetterci di passare un’altra stagione come l’estate scorsa quando il fuoco devastò migliaia di ettari. Occorre immediatamente avviare un piano che potenzi i controlli soprattutto nei fine settimana visto che puntualmente il sabato e la domenica le fiamme distruggono la nostra regione». 

Ma c'è anche chi punta il dito contro il governo Musumeci per aver fatto partire in ritardo la campagna di prevenzione degli incendi e per gli inutili sprechi come l'acquisto di droni che sarebbero risultati tecnicamente inaguati a fronteggiare i roghi secondo la deputata regionale di Europa Verde Valentina Palmeri.

Regione sotto accusa anche per la terza emergenza che sta mettendo in ginocchio l'Isola, quella dei rifiuti, poi legata alla precedente, visto che il rogo più grosso scoppiato ieri a Catania ha interessato proprio sterpaglie e spazzatura. E a Palermo gli incendi di cumuli di rifiuti sono all'ordine del giorno. La situazione è davvero complessa. Quasi tutte le discariche  siciliane piene o inagibili e i Comuni siciliani non sanno dove conferire i rifiuti. Per Catania è stata trovata l’ennesima soluzione precaria e temporanea per due mesi – con i cancelli delle discariche di Gela e Siculiana che in parte si riaprono per accogliere l’indifferenziata di 150 comuni della Sicilia orientale tra cui il capoluogo etneo, mentre una quota sarà spedita fuori – per superare l’estate scongiurando un’emergenza sanitaria più volte sfiorata dalla città.

Dall'altro lato dell'Isola è andata a segno la protesta dei sindaci sotto le finestre della presidenza della Regione con l'emergenza rifiuti in parecchi comuni del Palermitano per il momento scongiurata. La società che gestisce la discarica di Trapani che aveva chiuso i cancelli ai compattatori provenienti dalla provincia di Palermo ha comunicato che consentirà nuovamente ai Comuni del Palermitano di conferire i rifiuti nel proprio impianto.

Un'altra toppa quindi che non risolve però la questione delle discariche piene. «Serve la proclamazione di uno Stato di emergenza regolato dalla legge. La situazione che ci è stata prospettata dall’assessora regionale Baglieri, ci fa propendere per una scelta radicale, analoga a quella già fatta in Campania. Il rischio che tra due mesi ci si ritrovi in condizioni peggiori è concreto» è l'allarme lanciato dai sindacati che stigmatizzano: «Serve anche comprendere che se oggi raccogliamo questi risultati è perché non si è mai affrontato adeguatamente il tema dei rifiuti. Ma la salute pubblica è in pericolo e i turisti ci guardano increduli». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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