Formato compatto e full color, ma non solo. È arrivato per “La Sicilia” il momento di cambiare il giornale. Perché lo chiedono i lettori e perché lo richiedono i tempi che corrono, dove l’informazione è diventata più fluida e viene veicolata da più dispositivi, smartphone in testa. Non si tratta di fare la guerra al futuro, alla tv, a Internet, si tratta di stare al passo con le nuove sfide dei media. Già da un po’ si parlava in redazione di cambiare la veste grafica, il contenitore delle notizie che da quasi 75 anni diffondiamo quotidianamente in tutta la Sicilia. Ci abbiamo lavorato a lungo al nuovo progetto e finalmente siamo arrivati al dunque. Ora “La Sicilia” è in edicola, al prezzo di 1,50 euro, con un nuovo formato, più piccolo, pratico e maneggevole, tutto a colori, e più leggibile grazie alla grafica semplice a 5 colonne e al nuovo carattere di stampa. Cambiamo il contenitore, ma in un certo senso anche il contenuto perché in un mondo sempre più confuso e bombardato da raffiche di informazioni e che fa fatica ad arginare il fenomeno delle fake news c’è l’esigenza di fare ogni giorno un giornale che sia uno strumento utile per comprendere la realtà che ci circonda e per approfondire le notizie. Le persone spesso non hanno molto tempo per leggere, perciò cercheremo di fare selezione sulle notizie che possano essere utili per i lettori e di avere uno sguardo critico sulle cose, il tutto con una scansione semplice e ordinata, approfondendo e arricchendo il giornale con i contributi dei nostri collaboratori sparsi in tutta la Sicilia. Il tutto accanto a lasicilia.it, al momento primo sito di informazione dell’Isola, che continuerà a focalizzarsi sul flusso continuo delle notizie, sulle breaking news, sulle fotogallery e sui video. E dunque, un nuovo giornale sulle basi di fondamenta che si è reso solide nei molti anni della sua storia: ed ecco, di seguito, l’editoriale con cui il direttore de “La Sicilia” Antonello Piraneo ha presentato e illustrato la nostra iniziativa.
Buongiorno Sicilia. Ci affacciamo sulle tue bellezze, tante, e sulle tue miserie, altrettante, da questa nuova ideale terrazza: un giornale che cambia formato, grafica, ma non connotati. Siamo sempre noi. Cambiamo modo di proporci perché è il mercato, è il tempo a chiedere a noi operatori dell’informazione uno scatto d’orgoglio, una svolta propositiva, una buona dose di coraggio. Incoscienza quanto basta, quella propria di una professione che reputiamo ancora la più bella. Cambiamo, rectius, ci evolviamo, sul solco di una tradizione che ha fatto di questa testata, oggi la più diffusa e letta dell’Isola, un patrimonio di tutti.
Affianchiamo alla credibilità ereditata negli anni – e riconosciutaci dal Presidente Mattarella in occasione del nostro 70° compleanno – un impegno rinnovato per raccontare ancora in maggiore profondità tutti i colori e gli umori e i fremiti e le paure e le aspettative di una terra, la nostra, tradita intanto da noi che la sporchiamo, la sgoverniamo, la svendiamo al pifferaio magico di turno, facendoci beffa della sua storia. Essere indulgenti con se stessi non giova, prendersela con chissà chi neanche. Invece serve una presa di coscienza collettiva. Un giornale ha anche questo compito, fare da sponda alle energie più vive e da stimolo alle risorse assopite, fiaccate dalla sfiducia. Noi crediamo a questa funzione: fare in-formazione, ovvero formare e informare, offrendo le nostre pagine, i nostri sforzi, le nostre visioni.
Siamo guidati da una sola ambizione, raccontare le nostre città, le eccellenze e i buchi neri, le storie, soprattutto le storie, facendo qualcosa che possa servire a tutti. Lo abbiamo fatto, lo faremo, cogliendo sempre di più le opportunità di piattaforme che si intersecano, il sito per l’immediatezza e il cartaceo per gli approfondimenti, le inchieste. Quella di oggi è dedicata alle periferie, e non è una scelta casuale: se i quartieroni popolari degradati dalla disattenzione politica e aggrediti dalla mafia e dal malaffare, se queste città satellite resteranno tali, la speranza si allontana.
Riportiamo le cronache locali nel cuore del giornale e ne allarghiamo i confini andando oltre quelli amministrativi, per assecondare le vocazioni naturali dei territori.
Ma questo restyling non è soltanto un esercizio grafico, pur necessario. È il segno tangibile di un gruppo di lavoro – giornalisti, poligrafici, amministrativi, agenti pubblicitari – che non s’è mai arreso e non vuole farlo neanche adesso che la crisi dell’editoria sembra non arrestarsi, con le aziende strette tra ricavi in calo, piani industriali scritti con le cesoie, e la politica miope o, peggio, accecata dal pregiudizio, volutamente restìa a capire quanto importante sia per la democrazia il mantenimento in vita di una moltitudine di voci libere e quindi adottare adeguate politiche di sostegno.
Dentro e dietro queste pagine così rinnovate ci sono lavoratori che vogliono restare in piedi. Non era scontato, non è stato facile, non sarà semplice. In questa fase siamo stati accompagnati da amministratori giudiziari che hanno colto – bene e in fretta – il valore aggiunto di chi vive questa redazione, fosse pure il collaboratore più marginale e quindi il più importante: l’onestà di fondo, la dedizione, l’orgoglio dell’appartenenza.
Consapevoli di tutto, oggi andiamo in edicola con un prodotto che costa 20 centesimi in più, a ben pensarci meno di un fondo di caffè. Al tempo della gratuità del web può sembrare un azzardo. Non lo è. Piuttosto, è la sottolineatura necessaria, l’esplicitazione di costi industriali che vanno pur sostenuti se si vuole mantenere alta la qualità dell’informazione indipendente mediata dal lavoro giornalistico. Non siamo qui col cappello in mano, siamo pronti a metterci un surplus di impegno per offrire un giornale che non vada soltanto sfogliato al bar, ma che sia da comprare in edicola e portare a casa, continuando così a meritare l’attenzione dei lettori, i nostri soli e severi giudici.
Per questo, una volta di più, diciamo forte: buongiorno Sicilia.