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L'inchiesta

Bufera “Report” sul Ponte: “Salvini coinvolge uomini della vecchia guardia”. Lui: «In tv guardo altro»

Secondo la trasmissione d'inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci, il ministro delle Infrastrutture avrebbe chiamato Pietro Ciucci su indicazione dell'ex ministro Lunardi

Di Redazione |

L’inchiesta della trasmissione Report sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera per la quale il ministro Matteo Salvini si sta battendo sin dall’inizio del suo insediamento, fa discutere.

“Matteo Salvini per l’operazione ponte sullo Stretto ha coinvolto uomini della vecchia guardia che il Ponte lo conoscono bene. Come amministratore delegato della nuova Stretto di Messina Spa, la società che gestisce la progettazione e realizzazione del ponte, il ministro delle Infrastrutture chiama lo stesso uomo scelto a suo tempo da Silvio Berlusconi, Pietro Ciucci. A indicare a Salvini il nome di Pietro Ciucci sarebbe stata un’altra vecchia conoscenza di berlusconiana memoria, l’ex ministro Pietro Lunardi, come ci conferma un importante tecnico che ha partecipato alle prime riunioni quando Salvini è arrivato al ministero delle Infrastrutture”. Questa una sintesi dell’inchiesta della trasmissione di Rai 3.

Le reazioni

M5S – «Non bastava ipotecare un ministero per un decennio con uno stanziamento spropositato, oltretutto in una manovra draconiana che è un cocktail letale di tagli e tasse. La favoletta del Ponte sullo Stretto, bandierone dato dalla Meloni a Salvini per tenerlo buono, sta assumendo contorni torbidi e prossimi alla farsa. Ora scopriamo che a tutte le riunioni preliminari, quindi mesi prima che al ministro delle Infrastrutture venisse la trovata di riesumare la Società “Stretto di Messina Spa” e di formulare il decreto legge con cui si è finalizzata la riattivazione del carrozzone, ha preso parte anche l’ex ministro Lunardi. Cioè il titolare delle Infrastrutture ai tempi di Berlusconi, noto a tutti per lo scempio della legge Obiettivo. Siamo al Jurassic Park ormai. Lunardi ha negato di aver avuto un ruolo nella nomina di Ciucci a capo della «Stretto di Messina Spa», ma dal servizio di Report emerge che a quegli strani incontri preliminari non siano stati estranei nemmeno i vertici di WeBuild, gruppo che ha quote chiave della risorta società del ponte sullo Stretto. Insomma, un quadro nebuloso e per nulla rassicurante. Riteniamo che Salvini debba venire a riferire in Parlamento subito: depositeremo un’interrogazione in modo da dare l’opportunità al ministro di fornirci un’operazione verità. Il leader leghista dice che il ponte sarà impermeabile alle mafie, ma qui addirittura vediamo totale assenza di trasparenza anche da parte dello Stato, cosa che preannuncia i peggiori presagi sul futuro di questo fantomatico cantiere. Che al netto di tutto, resta discutibile e anti-economico in decine di suoi aspetti. Visto che c’è, Salvini venga a spiegarci se davvero il progetto è stato realmente aggiornato o meno, o se in esso si è solo invertito l’ordine dei rilievi. Parliamo di un progetto che ha 12 anni, quini è diritto dei cittadini saperlo». Così in una nota i parlamentari M5s delle commissioni Infrastrutture e Trasporti di Camera e Senato Ilaria Fontana, Patty L’Abbate, Daniela Morfino, Agostino Santillo, Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi, Antonio Trevisi, Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi e Giorgio Fede.

PD – Il deputato del Pd, Roberto Morassut, annuncia la presentazione di un’interpellanza urgente affinché il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini “venga a riferire al più presto in Aula» sia sul caso della fermata del Frecciarossa a Ciampino su richiesta del responsabile del dicastero dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, sia sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

Secondo notizie di stampa, infatti, spiega Morassut, Salvini «avrebbe incontrato l’ex ministro Lunardi e il responsabile del gruppo Salini che raccoglie il 40% del gruppo Società Stretto di Messina» prima che il progetto venisse inserito in Manovra. Morassut defnisce «grave l’episodio» e parla di stima dei costi, formulata dal Governo “approssimativa e priva di coperture” visto che il governo nella legge di bilancio «si preparara a tagliare» su voci importanti come scuola e sanità. «Non siamo contrari per principio all’opera», sottolinea il deputato del Pd, «ma siamo attenti ai costi e alla trasparenza delle procedure». Se fosse vera la notizia dell’incontro, sottolinea Morassut, sarebbe un «atto grave di sudditanza» da parte del governo agli interessi degli imprenditori. Il Dem definisce poi “una macchina mangia soldi» la società che era nata per la realizzazione del progetto e ribadisce che «lo Stato non può essere esecutore di interessi privati». Dopo aver parlato di “un’ombra inquietante” sulla vicenda, Morassut chiede che “Salvini venga al più presto in Aula» a riferire non solo dei “colloqui riservati e informali» che anche a suo dire avrebbe avuto con Lunardi e Salini, ma anche sul caso del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che avrebbe fatto fermare il Frecciarossa a Ciampino. Alle richieste di Morassut, si è associata Francesca Ghirra del gruppo di Alleanza Verde Sinistra.

Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra – «È gravissimo che, come rivelato da Report, prima dell’approvazione del decreto Ponte con il quale i lavori di realizzazione dell’opera sono stati riassegnati alla Webuild, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, abbia incontrato l’ex ministro Pietro Lunardi e il costruttore Pietro Salini, che possiede il 40% di Webuild e che, con il decreto Ponte, si rivede in pista per l’opera dopo che il governo Monti aveva bloccato tutto. Si fanno sempre più evidenti le motivazioni per cui la società Ponte Stretto di Messina ha negato al sottoscritto la visione della relazione del progetto, contravvenendo a quelle che sono le mie prerogative di parlamentare». Lo afferma , in una nota, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che prosegue: «Questa vicenda rappresenta un chiaro esempio di come, in Italia, gli interessi privati continuino a influenzare decisioni di portata nazionale, minando la trasparenza e l’equità che dovrebbero guidare l’azione del Governo. È inaccettabile che incontri informali, coinvolgenti figure chiave nell’affidamento di un’opera pubblica così rilevante, avvengano in un contesto di evidente conflitto di interesse. Questa situazione solleva seri dubbi su come si sia arrivati a decidere di resuscitare il progetto del ponte sullo Stretto di Messina nonostante il Tribunale abbia respinto la richiesta danni del consorzio di imprese che aveva presentato contro lo stop al progetto fatto dal governo Monti. Abbiamo ormai capito a favore di chi agisce questo Governo: non certo per l’interesse pubblico di tutti gli italiani ma sicuramente per ristretti circoli di potere. Salvini, affermando che la prima regione italiana a trarre benefici dal Ponte sarà la Lombardia, conferma il carattere predatorio dell’opera, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico, considerando che, mentre le ferrovie nel sud – e non solo – sono in ginocchio, non ci sarebbero ricadute positive sul territorio che la ospita» conclude Bonelli.

Le dichiarazioni di Matteo Salvini

“Con tutto rispetto per Report, guardo altro in televisione”, ha commentato oggi il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, a margine del convegno di Fps in Torre Pwc a Milano, replicando a chi gli chiedeva un commento sulla puntata di “Report”. Il ponte “sarà una grande opera che porterà lavoro e sviluppo in tutta Italia, non solo in Sicilia e in Calabria – ha evidenziato Salvini -. Dopo 50 anni di chiacchiere sarò orgoglioso di partecipare a un’opera che l’ingegneria al mondo invidierà”.

Salvini ha citato i dati diffusi da Open Economics, che ha fatto “la radiografia al ponte sullo stretto”, spiegando che uno dei dati che lo hanno colpito di più è stato quello che riguarda la Lombardia “la prima Regione italiana che fruirà dei benefici anche economici della costruzione dal ponte degli italiani”. Inoltre, dalla realizzazione dell’opera “circa 10mila posti di lavoro sono stati computati solo in Lombardia e 5,6 miliardi di Pil aggiuntivo”. Il ponte sullo stretto, ha concluso il ministro “non serve solo per continuità territoriale”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA