CATANIA – «E’ un uomo disperato, distrutto, che piange continuamente e non riesce a spiegare l’accaduto». Così un investigatore della polizia di Catania parla dell’impegato 43enne dell’università che questa mattina ha dimenticato il figlio di due anni per cinque ore in auto sotto il sole provocando la morte del bambino.
L’uomo è indagato, come atto dovuto, dalla Procura di Catania, per omicidio colposo. Il titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Andrea Norzi che potrebbe a breve conferire l’incarico al medico legale per l’autopsia. Atti necessari per ricostruire l’esatta dinamica e la scansione temporale dell’evento. Ma il padre del piccolo si è già condannato. L’uomo non si dà pace e, secondo quanto riferiscono persone vicine alla coppia, continuerebbe a ripetere che è stata colpa sua. Sarebbe stata prevista assistenza psicologica per il padre, al momento controllato a vista da familiari e parenti.
Nel 2018 a Pisa in un caso simile, la posizione di un padre accusato di omicidio colposo per la morte della figlia lasciata in auto è stata archiviata dal Gip dopo le le consulenze di accusa e difesa che concordavano sull’assenza di comportamenti colposi da parte dell’uomo.
Lo psichiatra Alessandro Meluzzi, che era consulente della Procura, aveva escluso la causa di punibilità per l’uomo: quel giorno il padre della piccola sarebbe stato colpito da un’amnesia dissociativa transitoria, ovvero un improvviso black out che gli ha fatto dimenticare la bambina in auto mentre avrebbe dovuto accompagnarla al nido perché la mamma era rimasta a casa con l’altra figlia che stava poco bene.
Casi come quello di oggi non sono più così rari. Nel 2018 – secondo i dati presentati dal produttore del primo dispositivo anti abbandono Remmy in un’audizione alla Commissione trasporti della Camera ad agosto dello scorso anno – in Italia sarebbero stati oltre 60. Negli USA , secondo i dati resi noti dal comandante del corpo Polizia Municipale di Verona Luigi Altamura che da sei anni studia questo genere di tragedie, un bambino muore ogni 10 giorni, a causa dell’abbandono a bordo di autovetture.