Benvenuti nell’aeroporto di Catania e via al tour tra i secchi per l’acqua

Di Maria Elena Quaiotti / 15 Ottobre 2018

CATANIA – Allerta “arancione” anche dentro l’aeroporto Fontanarossa dove tra secchi rossazzurri, ironicamente gli stessi colori della squadra di calcio cittadina, fanno slalom passeggeri in arrivo e in partenza. Qualche pannello di avviso di pavimento bagnato e la cartolina del fine settimana appena trascorso è fissata. Le facce stupite e a tratti sdegnate di passeggeri e accompagnatori che transitano, ma soprattutto di chi dentro all’aeroporto ci lavora e dovrebbe farlo in tutta sicurezza, non restituiscono esattamente l’immagine di uno scalo che è il primo del Sud e il quinto d’Italia per flusso di passeggeri (oltre 10 milioni quelli registrati negli ultimi cinque mesi).

L’acqua piovana gocciola vicino all’ex biglietteria, nella zona check-in e sulle scale che conducono agli imbarchi con un pericolo scivolamento più che mai concreto. Sono attualmente in corso lavori straordinari di riqualifica e impermeabilizzazione del tetto del Terminal A con relativo divieto d’accesso alla rampa partenze. In una nota di ieri sera Antonio Palumbo, accountable manager Sac spiega che «a causa delle condizioni meteo non favorevoli la consegna dei lavori del nuovo tetto slitterà di qualche giorno».

La struttura, inaugurata nel 2007, soffre da anni del problema di infiltrazioni dal tetto in caso di maltempo, fatto segnalato a più riprese da utenti e sindacati di categoria. «Il problema era noto – ha commentato Mario Marino, Ugl Trasporto aereo – a mio avviso i lavori si sarebbero potuti fare molto prima, i disagi con la chiusura della rampa partenze sono evidenti e non coperti adeguatamente dal sistema parcheggi. Mi sembra che l’aeroporto non abbia le strutture adatte per gestire l’importante traffico passeggeri che da qui passa. Serve un piano serio per le reali esigenze dell’aeroporto». «Le criticità organizzative e strutturali sono evidenti – ha sottolineato Alessandro Grasso, Filt Cgil – o si interviene subito o le chiacchiere sono a zero. Abbiamo sempre collaborato con Sac in modo responsabile e vorremmo continuare a farlo. Ma non sfugge il severo limite infrastrutturale imposto all’area Terminal A che è evidente nella scarsità di spazi, nel logoramento dei servizi e delle aree comuni destinate all’utenza. I miglioramenti compiuti da Sac in qualità di gestore nell’allocazione strategica delle risorse fisse (check-in, pontili d’imbarco passeggeri, gates, eccetera) e lo spostamento dei flussi in partenza verso il Terminal C con la copertura del cosiddetto Canyon, sono parziali. Con i 95 milioni di euro di investimenti riconosciuti nel Contratto di programma Enac-Sac per il triennio 2017-2020 ci saremmo aspettati di vedere realizzate opere importanti di ammodernamento e riqualifica degli spazi aeroportuali tra le quali la costruzione del parcheggio a raso, il parcheggio Multipiano e la riqualifica del Terminal Morandi».

I sindacati sono d’accordo anche su un altro tema cruciale che preannuncia già un “inverno caldo” sul fronte delle trattative: «A breve – ha aggiunto Marino – quando finiranno gli ammortizzatori sociali avremo problemi sull’handling. La Sac dovrà trovare una soluzione sugli esuberi. Attualmente abbiamo quattro società di handling e vanno ridotte per garantire efficienza e sicurezza. A Roma Fiumicino, solo per segnalare, le società sono tre e hanno trovato un equilibrio. L’aeroporto di Catania deve poter fornire maggiore qualità e servizi alle compagnie aeree». «Sono anni – ha aggiunto Grasso – che denunciamo le condizioni dei lavoratori all’interno dello scalo. Anche riguardo la stessa Società di gestione, che presenta carenze nell’organico nel settore operativo. Parliamo anche della gestione delle piazzole di movimentazione aeromobili e mezzi, passeggeri con mobilità ridotta e controlli di sicurezza. Senza tralasciare i problemi di viabilità interna con percorsi troppo piccoli per i mezzi che circolano, trattorini, bus passeggeri eccetera».

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Redazione
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