Notizie Locali


SEZIONI
Catania 28°

GDF

Bancarotta e riciclaggio per favorire il clan Pillera-Puntina: gli arresti e le accuse dell’operazione “Filo conduttore” a Catania

Le Fiamme Gialle hanno arrestato dieci persone (4 in carcere e 6 ai domiciliari) ed eseguito anche un sequestro beni da 1.250.000 euro

Di Redazione |

Sono stari diffusi dalla Fiamme gialle i particolari dell’operazione “Filo conduttore” durante la quale finanzieri del comando provinciale di Catania e dello Scico e del Primo gruppo hanno arrestato dieci persone: quattro sono state condotte in carcere e sei poste ai domiciliari. Eseguito anche un sequestro beni da 1.250.000 euro.

Una prima indagine del Nucleo di Pef di Catania e dalla compagnia di Acireale si era concentrata sulla dichiarazione di fallimento del dicembre 2018 della società Dosian srl di Pedara, azienda per installazione e manutenzione per impianti telefonici con misure reali nei confronti di alcuni degli odierni indagati: Antonio Alfio Messina, Silvestro “Silvio” Zingale e Antonino “Nino” Zingale, amministratori di fatto e di diritto della società.

Erano accusati di avere distratto il compendio aziendale della fallita a beneficio della Catania impianti srl di Trecastagni, poi a sua volta fallita su richiesta dell’amministratore giudiziario, che avrebbero “svuotato” dirottando i contratti del settore in altre due realtà imprenditoriali: la Af impianti srl di Mascalucia, socio unico Santo Finocchiaro, figlio di una sorella del boss Turi Pillera, e la ditta individuale Telenet di Misterbianco, che secondo l’accusa sarebbe riconducibile alla medesima compagine gestionale del gruppo Zingale.

Vincoli di sangue

Secondo la Procura che ha coordinato le indagini con l’aggiunto Ignazio Fonzo e i sostituti Fabio Saponara e Assunta Musella, il “giro” di società al centro delle indagini operanti nel settore delle telecomunicazioni in sub-appalto sarebbero «risultate riconducibili a persone legate da vincoli di sangue e di solidarietà criminale al clan mafioso “PIllera-Puntina”» e sarebbero state inoltre «utilizzate alla stregua di strumenti di riciclaggio per immettervi i beni e i proventi oggetto di distrazione a danno delle società poi fallite».

Un collaboratore di giustizia, già esponente di spicco del clan, avrebbe «confermato la strettissima correlazione esistente tra le diverse compagini societarie susseguitesi negli affidamenti e il disegno criminoso volto al fraudolento svuotamento del pacchetto dei contratti e dei lavori dalle fallite alle altre imprese riconducibili al sodalizio».

Il nuovo provvedimento del gip Simona Ragazzi dispone la custodia cautelare in carcere per Antonio Alfio Messina, Antonino Zingale, Silvestro Zingale e Santo Finocchiaro e gli arresti domiciliari per altri sei indagati e il sequestro preventivo, per equivalente, di 1.250.000 euro, corrispondente al valore stimato dei lavori sottratti alla Catania impianti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati