Cronaca
Aurelio, una morte che si poteva evitare? Inchiesta della Procura: disposta autopsia
La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto l’autopsia sul corpo di Aurelio Visalli, 40 anni, il sottufficiale della Capitaneria morto annegando nel tentativo di salvare due ragazzini a Milazzo. Gli inquirenti proseguono le indagini sulle modalità con cui è stato ricercato dell’uomo in mare dopo le dichiarazioni anche del cognato che ha denunciato ritardi e mezzi inadeguati per le ricerche. I funerali inizialmente previsti per domani a Milazzo potrebbero slittare di qualche giorno.
Il fascicolo d’indagine aperto ieri dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto sulla morte di Aurelio Visalli, è per ora a carico d’ignoti. Intanto un video sul web confermerebbe le parole del cognato di Visalli, Antonio Crea, che ha denunciato che Aurelio e i suoi colleghi non erano dotati di attrezzature adatte per salvare i ragazzini e per tutelarsi.
Il video è stato pubblicato dall’utente Iona Rotondo su facebook
«Quello che possiamo dire – al momento – è che, in situazioni come queste, quando è in pericolo la vita di qualcuno, come nel caso dei due ragazzi che stavano per annegare nel mare antistante Milazzo, il fattore tempo è l’elemento essenziale e determinante per il buon esito del soccorso», afferma una nota della capitaneria di porto di Catania.
I due ragazzini non hanno voluto raccontare quello che effettivamente è successo quella mattina sulla spiaggia di Ponente nè parlare di quel post pubblicato su Facebook da uno dei due, poi cancellato. «Sono sano e salvo – aveva scritto l’adolescente sui social – Mentre facevo le capriole in spiaggia, a me al mio amico ci prende in pieno un’onda e mi trascina al largo. Nessuno si è buttato, quindi, prima di dire che qualcuno è morto per salvare me…». Il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, commenta, senza entrare nel merito del messaggio: «I ragazzi – dice – devono capire che non si scherza con il mare agitato che si è portato via tanta gente dalle nostre parti negli anni scorsi, però dico anche alla gente che adesso è inutile accanirsi contro i ragazzini. Senza cercare la polemica soprattutto con gli adolescenti, loro devono trovare il momento per elaborare quello che è accaduto. Hanno percepito di avere rischiato la vita e penso che abbiano chiaro che una persona è morta nel tentativo di salvarli, e penso questo possa bastare».
A parlare del post, invece, è un amico dei due soccorsi dal militare poi deceduto. G.P., 15 anni dice: «Sicuramente hanno sbagliato a farsi il bagno con quelle onde così violente; ha sbagliato anche il mio amico che dall’ospedale ha messo un video su facebook per dire che era molto spaventato e che era riuscito a raggiungere da solo la riva senza essere stato salvato da nessuno. Sono cose che non si fanno; perché se non veniva dato l’allarme, visto che lui era fermo alla boa e non poteva rientrare, non succedeva quello che è successo». E intanto esorta i suoi coetanei «a non fare più bravate del genere perché si rischia la vita e poi vorrei dire che sono ancora in tempo per chiedere perdono ai familiari del sottufficiale per quello che è successo. Se non vogliono farlo loro dovrebbero farlo i genitori».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA