Augusta, la rivolta dei grillini «No al centro migranti nel porto»

Di Mario Barresi / 01 Febbraio 2016

AUGUSTA. I mal di pancia, sul fronte del porto, borbottano già da qualche tempo. La doppia anima di Augusta – scalo core per l’Europa, destinataria di 67 milioni di fondi per infrastrutture, sede di Authority che ha inglobato Catania; ma anche tendopoli consolidata, adesso promossa a hot spot per migranti col “bollino” dell’Ue e del ministro Angelino Alfano – non va giù a tanti.

 

A partire dal primo cittadino: «Il Comune intende porre fine a questa situazione, perché seppur non possiamo venir meno agli obblighi di accoglienza degli immigrati, dobbiamo anzitutto privilegiare la sicurezza dell’intero territorio e dei cittadini, e anche lo sviluppo economico del porto che verrebbe completamente mortificato da questo utilizzo alternativo».

 

Per la cronaca: la sindaca di Augusta non è un’adepta di Matteo Salvini. Ma una fiera attivista del Movimento 5 Stelle, Cettina Di Pietro, eletta a furor di popolo lo scorso giugno. Nell’home page del blog di Beppe Grillo ha raccontato a una platea immensa quella che, seppur «per scelte che sono state prese dalle precedenti amministrazioni», definisce «una situazione paradossale».

Ovvero: «Abbiamo una grossa base militare, una base Nato, il più grosso petrolchimico d’Europa e il porto è stato destinato a fare da base per gli sbarchi». Insomma, quella del sindaco non una posizione “locale”. Ed è addirittura il vice presidente della Camera (e candidato premier in pectore), Luigi Di Maio, a scrivere un’interrogazione ai ministri dell’Interno e delle Infrastrutture.

All’indice il bando con cui il Viminale ha messo in gara due lotti per «le strutture di attendamento per l’accoglienza dei migranti presso i porti di Taranto e Augusta». E tutto ciò, sostiene il leader grillino, «senza che le autorità portuali di Augusta abbiano concesso la preventiva e necessaria autorizzazione alla realizzazione delle predette strutture».

C’è molto di più, perché Di Maio rivela che «addirittura vi sia stato un parere contrario del comitato portuale dell’autorità alla realizzazione del cosiddetto hot spot all’interno dell’area portuale». Col rischio di perdere gli investimenti privati, visto che «le medesime aree sarebbero interessate da concessioni a soggetti privati che non risulterebbero, al momento, essere state revocate». Ma il timore è anche che «non potrebbero essere avviati i cantieri previsti per i prossimi mesi per la realizzazione di progetti già appaltati e finanziati, con la conseguente perdita di finanziamenti già previsti». Di Maio chiede ad Alfano di sospenderlo in autotutela il bando, o meglio ancora di revocarlo.

E “pizzica” l’altro ministro interrogato, Graziano Delrio, per sapere se le Infrastrutture abbiano autorizzato l’hot spot dentro il porto di Augusta. «In questo momento – sostengono i grillini – la partita si gioca tra il ministero dell’Interno, che pressa per l’hot spot, e quello delle Infrastrutture, che invece vuole portare avanti la vocazione commerciale del porto».

 

Si attende un’ispezione dei deputati del movimento, nelle prossime ore, «per vedere e capire». A rompere ancor di più gli equilibri è Enzo Vinciullo, deputato regionale di Ncd. Pur essendo dello stesso partito di Alfano, il presidente della commissione Bilancio all’Ars plaude all’iniziativa di Di Maio. E ci mette il carico da undici: «Ho esposto al procuratore di Siracusa una serie di riflessioni che, a mio avviso, caratterizzavano il bando predisposto da Invitalia».

 

Ma la frittata è fatta. O quasi, perché «la gara mi risulta conclusa», dice. Eppure «sono fiducioso – rivela Vinciullo – su un’eventuale azione che vorrà intraprendere il procuratore, per evitare che il porto di Augusta sia reso del tutto inoperoso per la presenza al suo interno di un centro di identificazione di migranti». La faccenda, insomma, s’ingrossa.

In serata è arrivata la nota dell’Autorità portuale. “Abbiamo acconsentito sulla scorta di una esigenza temporanea all’attendamento. Il Comitato portuale, organo di gestione dell’Ente, ha negato qualsivoglia nulla osta per l’hot spot”. Questo è quanto ha dichiarato Alberto Cozzo, commissario straordinario dell’Autorità portuale di Augusta, a margine della visita di un gruppo di parlamentari Cinque Stelle.

“Si crea uno squilibrio nella gestione operativa degli approdi. – aggiunge – -Attendiamo decisioni, ma speriamo si possa trovare soluzione che non penalizzi questo approdo. L’hot spot potrebbe essere fatto nelle aree dismesse dell’Asi, a qualche chilometro da qui. Arriverebbero al porto e poi sarebbero trasferiti nell’hotspot per l’identificazione”

twitter: @MarioBarresi

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Redazione
Tag: augusta hot spot immigrazione mario barresi