Catania – I vertici politici e amministrativi del Comune di Paternò sono stati ascoltati oggi dalla Commissione regionale Antimafia, nell’ambito della inchiesta condotta sull’inchino del cereo di Santa Barbara ad un mafioso del luogo. Dinanzi alla Commissione, riunitasi appositamente a Catania, sono stati auditi il sindaco di Paternò Mauro Mangano, il presidente del Consiglio comunale Laura Bottino, i consiglieri Antonino Valore, Ignazio Mannino e Vito Rau, il segretario generale del Comune Pietro Costantino Pipitone, il ragioniere generale Maria Letizia Messina ed il comandante della Polizia municipale Antonino La Spina. Per il presidente del comitato dei festeggiamenti, Gaetano Amato, è prevista un’apposita audizione a Palermo nei prossimi giorni.
Nel corso dei lavori, protrattisi per oltre sei ore in seduta a porte chiuse, i convocati hanno risposto alle numerose domande rivolte dal presidente Nello Musumeci e dai componenti Margherita La Rocca, Antonio Malafarina, Giuseppe Arancio, Giorgio Assenza e Stefano Zito.
«Il nostro compito – ha chiarito al termine della seduta il presidente Musumeci – è quello di accertare eventuali connessioni tra il ceto politico-burocratico di Paternò e l’omaggio reso la mattina del 2 dicembre scorso al rappresentante della famiglia Assinnato. Dopo avere completato le audizioni ed acquisito la documentazione necessaria, passeremo a redigere la relazione conclusiva, affidata alla collega La Rocca. Dalle audizioni odierne – ha aggiunto Musumeci -sono emersi alcuni elementi utili a delineare un contesto non certo roseo della realtà paternese, travagliata anche da un diffuso fenomeno di estorsioni ed usura.
Certo, c’è da chiedersi se nel recente e remoto passato la politica locale abbia fatto di tutto per dotarsi degli anticorpi necessari a rendere impermeabile le istituzioni e la società sana dai tentativi di condizionamento delle organizzazioni criminali. E su questo fronte, purtroppo, i dati non sembrano alimentare eccessive illusioni. Appare però incoraggiante la capacità reattiva della città, manifestata soprattutto in occasione del vergognoso “inchino” del cereo dei dipendenti comunali. Un episodio singolo ma significativo ed allarmante, sul quale, tuttavia, rimangono ancora tanti punti oscuri circa la regia del simbolico gesto, specie di fronte ai tanti “non ho visto, non saprei, non ho idea” raccolti oggi dalla Commissione. Per il momento, non posso aggiungere altro».