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Attentato Antoci, l’ex poliziotto Mario Ceraolo: «Non mi risulta di essere indagato»

Di Redazione |

In merito alla notizia diffusa dall’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, secondo cui l’ex poliziotto Mario Ceraolo sarebbe indagato dalla Procura di Messina per falsa testimonianza al Pubblico ministero resa nell’abito delle indagini sul controverso attentato allo stesso Antoci, riceviamo e pubblichiamo da Mario Ceraolo la seguente nota:

«Apprendo da notizie stampa, pubblicate senza le doverose verifiche e in assenza di repliche,che il signor Antoci e l’avvocato, dichiaratosi difensore del dott. Manganaro ed altri, hanno affermato l’esistenza di un’indagine a mio carico presso la Procura della Repubblica di Messina, per il reato di “falsa testimonianza al pm” in relazione alle dichiarazioni da me rese ai magistrati due anni e mezzo fa in merito alla vicenda Antoci, nella qualità di Vice Questore della Polizia di Stato Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barcellona P.G. Da apposita certificazione agli atti della Commissione Regionale Antimafia non risulta che in merito io sia indagato dalla Procura di Messina, né che sia stata mai avviata d’iniziativa una indagine nei miei confronti pur trattandosi di reato procedibile d’ufficio. Debbo rilevare che il sig. Antoci ed il dott. Manganaro, tramite il suo legale, rivolgono strumentali attacchi nei miei confronti, nonostante le conclusioni cui è pervenuta la Commissione Regionale Antimafia siano basate, oltre che su di un articolato compendio di atti giudiziari, su numerose audizioni in grado di fornire un oggettivo contributo alla verità; ma in merito a detti elementi, che, secondo quanto emerge dalla relazione, li smentiscono su più circostanze, i due hanno ritenuto di non soffermarsi. Così come nulla dicono in merito ai “dubbi” e alle “anomalie” cui fa riferimento, davanti alla Commissione Regionale Antimafia, il Questore pro tempore in relazione a quanto accaduto il 18 maggio 2016 e nel corso delle indagini. Il dott. Manganaro – smentito su varie dirimenti circostanze dal sindaco Calì, dal maresciallo Lo Porto, dagli agenti della scorta e dal suo autista, dai Questori Finocchiaro e Cucchiara – è, addirittura, giunto al punto di smentirsi da solo allorquando, al solo scopo di diffamarmi davanti alla Commissione Antimafia, ha negato specifiche circostanze, dimenticandosi di averle già ammesse davanti ai Pubblici Ministeri due anni prima. Così come il sig. Antoci (ed è solo una tra le tante) mi attribuisce di aver fatto pressioni su di un giornalista, “con in mano alcuni esposti anonimi”, per pubblicare un articolo che ponesse dubbi sull’attentato, ma viene smentito davanti alla Commissione dallo stesso giornalista. La mafia si contrasta innanzitutto con la verità. Per me parla la lunga storia di concreta e coraggiosa lotta alla mafia comprovata daglistraordinari risultati che ho conseguito».

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